Mattia Dalvecchio – Destino
Mi sento come un bambino, passeggero di un auto guidata da un autista chiamato destino.
Mi sento come un bambino, passeggero di un auto guidata da un autista chiamato destino.
Ed è proprio quando non cerchi niente che trovi ciò che ti completa.
Non è il colore della maschera, il vestito, l’apparenza ottenuta con la morte e il desiderio di cambiare, ma il colore che c’è dietro.
Spesso, il poeta è infelice nel suo “poetare”; crede che, tutti lo capiscano, invece, è solo con i suoi versi che, come “fantasmi” fluttuano nel suo “Io”.
Non credere più a nessunoquando puoi credere nel tuo.Fottiti dei pensieri dei giudizi degli altrivalgono nientequesto mi piacemi piace moltofottermene di voiil tuo giudizio non mi sfiorasai parlare è veroquesto mi piaceperché quello che agiscesono io.
Ci chi crede nel destino e chi non ci crede. A questa teoria è facile smontare di chi ci crede ma con la stessa facilita si può smontare la teoria di chi non ci crede. Io sinceramente non credo nel destino in senso classico. Ognuno di noi a seconda delle nostre capacità e aspirazioni, abbiamo un posto nel mondo che un altro non potrà occupare. Semmai credere nel Fato con la convinzione che per ogni cose che ci succede ci sia una spiegazione logica. Se è vero che per alcune cose siamo dei predestinati, ma il libero arbitrio se veramente lo vogliamo ci permette alcune volte di dargli una buona svolta.
Non puoi tornare al passato… ma se il passato torna da te?