Megan Zanin – Stati d’Animo
C’è chi crede di sapere e non sa cosa io sia. Esplodo, implodo, vibro. E tremo. Ho un mare dentro e nessuno lo vede.
C’è chi crede di sapere e non sa cosa io sia. Esplodo, implodo, vibro. E tremo. Ho un mare dentro e nessuno lo vede.
Identità rarefatta. Dispersione. Sospensione. Limbo. Episodi di deragliamento del pensiero. Diagnosi improbabile. Succede questo a non definirsi con tratti netti e marcati, con il nero che imbratta il bianco e lo deturpa irrevocabilmente, irrimediabilmente. Tra lo stare ed il non stare, ci sono io a dirimere il traffico: i pedoni a destra, i cingolati a sinistra e poi, tutti in fondo, verso la cassa toracica allestita a garage sotterraneo, ché tutti lì andate a finirmi, tra l’esofago strozzato, i polmoni in asfissia ed il cuore rattrappito.
Non rimpiango il passato, bensì il tempo passato con le persone sbagliate.
Non abbiate paura della solitudine, dopo tutto è il miglior specchio che esista al mondo.
Oggi mi è venuta una strana paura. Paura del non so di che, paura del nulla. Un’altra roba da matti, roba da Malfatti.
Non sono attratta dal “bello” ma da quello che mi entra nel cuore e mi colpisce l’anima.
Siamo quelli che passano le notti a parlare con qualcuno, ore ed ore con in mano il cellulare, a sorridere nonostante il sonno, nonostante la stanchezza, nonostante la pessima giornata a scuola, le interrogazioni, i brutti voti. Nonostante tutto. E forse non è la forma d’amore più bella? “Ho sonno e va tutto una merda. Ma fanculo, non rinuncio a parlar con te”. Ci pensate mai che nei nostri letti, aggrovigliati, ci spogliamo di tutte le nostre emozioni? È la notte che ci frega. Si finisce per innamorarsene, qualche volta.