Michela Vittoria Brambilla – Politica
Mi chiamano pescivendola ma non mi offendo.
Mi chiamano pescivendola ma non mi offendo.
Io non posso gioire,anzimi sento preso per il culoquando parlanodi grandi indaginiche portano a grandi processi a grandi personaggi,perché non posso non pensarealle tante indaginiche portano al nulla,al dramma quotidiano della malagiustizia,alle offese fatte alla povera gente,agli onesti,agli indifesi.Perché vedo tutti quelli che per mancanza di giustizia muoiono,perdono speranza e dignità.E penso a quelli che invece non pagano maio pagano sempre troppo poco,come se la loro patente di peggiorifosse quasi una garanzia per l’impunità.Io non posso gioireperché la giustizianon nasconde la sua doppia faccia,anzi la ostenta.Una giustizia imponente,potere contro potere,ed una giustizia che fa paurama solo a poveri cristi ed innocenti.
All’apprendistadiceva il cuoco,per giustificare il suo scarso mestierenon ci far casoil sudicio,lo sporcodà sapore alle pietanze.Guardali là seduti,mangiano perché hanno fame,se il prezzo non è maleed alla fine la pancia è piena,se il conto è giustoescono contenti,e tornano domani.Il cuoco è il partito,il cliente è l’elettore.
Stiamo attenti a non fare la rivoluzione adesso, perché le nostre beneamate facce di bronzo darebbero la colpa al governo monti pur di farla franca.
Caro Nino, qui si fa l’Italia o si muore.
Si dice che le nazioni abbiano i governi che meritano. Facciamo vedere che noi meritiamo di meglio.
In politica stare all’opposizione dovrebbe essere la scuola per imparare poi a governare, invece è la scuola per imparare a rubare.