Michelangelo Da Pisa – Morte
Ho scelto il mio epitaffio: “Inferno: Visualizzato alle ore 18: 43”
Ho scelto il mio epitaffio: “Inferno: Visualizzato alle ore 18: 43”
La morte è riservata ai vigliacchi, il sonno eterno ai sognatori.
E se gli angeli scelgono per la vita di uno la morte di un altro, si angosceranno non per le repliche a frotte, se e quando l’odio abbandonerà la loro mente, ma per quello perduto, il rimedio che splende troppo lontano alle spalle, vago e informe come dietro un mare d’acqua, in una strada su cui nessuna macchina del tempo potrà fare ritorno.
Il cuore alla fin dei conti è un muscolo come gli altri, mantienilo tonico amando almeno tre volte a settimana.
Scrivo poiché so per certo che quando morrò le mie parole continueranno a spargersi nel tempo attraverso la voce dei vivi.
Dopo la more rientremo nel ciclo della materia, rinnovandoci in altri essere viventi come humus.
Notte, una di quelle che non danno scampo, sinistra sinfonia di rumori e timori ancestrali.Un sudario di nubi basse e vermiglie avanzava implacabile dalle cime dell’orizzonte, si apprestava lento a nascondere le stelle del cielo mentre il chiarore della luna colava sulle sponde del lago e poteva ancora scivolarne sopra le acque immobili come argento fuso. Un vento freddo e straniero sussurrava promesse di tempesta…
La morte è riservata ai vigliacchi, il sonno eterno ai sognatori.
E se gli angeli scelgono per la vita di uno la morte di un altro, si angosceranno non per le repliche a frotte, se e quando l’odio abbandonerà la loro mente, ma per quello perduto, il rimedio che splende troppo lontano alle spalle, vago e informe come dietro un mare d’acqua, in una strada su cui nessuna macchina del tempo potrà fare ritorno.
Il cuore alla fin dei conti è un muscolo come gli altri, mantienilo tonico amando almeno tre volte a settimana.
Scrivo poiché so per certo che quando morrò le mie parole continueranno a spargersi nel tempo attraverso la voce dei vivi.
Dopo la more rientremo nel ciclo della materia, rinnovandoci in altri essere viventi come humus.
Notte, una di quelle che non danno scampo, sinistra sinfonia di rumori e timori ancestrali.Un sudario di nubi basse e vermiglie avanzava implacabile dalle cime dell’orizzonte, si apprestava lento a nascondere le stelle del cielo mentre il chiarore della luna colava sulle sponde del lago e poteva ancora scivolarne sopra le acque immobili come argento fuso. Un vento freddo e straniero sussurrava promesse di tempesta…
La morte è riservata ai vigliacchi, il sonno eterno ai sognatori.
E se gli angeli scelgono per la vita di uno la morte di un altro, si angosceranno non per le repliche a frotte, se e quando l’odio abbandonerà la loro mente, ma per quello perduto, il rimedio che splende troppo lontano alle spalle, vago e informe come dietro un mare d’acqua, in una strada su cui nessuna macchina del tempo potrà fare ritorno.
Il cuore alla fin dei conti è un muscolo come gli altri, mantienilo tonico amando almeno tre volte a settimana.
Scrivo poiché so per certo che quando morrò le mie parole continueranno a spargersi nel tempo attraverso la voce dei vivi.
Dopo la more rientremo nel ciclo della materia, rinnovandoci in altri essere viventi come humus.
Notte, una di quelle che non danno scampo, sinistra sinfonia di rumori e timori ancestrali.Un sudario di nubi basse e vermiglie avanzava implacabile dalle cime dell’orizzonte, si apprestava lento a nascondere le stelle del cielo mentre il chiarore della luna colava sulle sponde del lago e poteva ancora scivolarne sopra le acque immobili come argento fuso. Un vento freddo e straniero sussurrava promesse di tempesta…