Michele Gentile – Stati d’Animo
Altro non sono che una realtà taciuta, abbandonato persino dai rimorsi abito la stanchezza di troppi mari.
Altro non sono che una realtà taciuta, abbandonato persino dai rimorsi abito la stanchezza di troppi mari.
Come se tutto sembrasse e niente fosse. Come se tutto fosse esattamente com’è. Niente. E sorridi perché “niente” è comico.
Di alzarmi direi che mi sono alzata, è di svegliarmi che non mi riesce proprio.
Odio l’approssimazione nei numeri, figuriamoci nelle persone.
L’unica cosa davvero nostra sono i pensieri: nessuno può entrarci senza il nostro permesso.
Non posso essere più stanca dei miei occhi. Soggiogata dai miei cavilli, con clausole invisibili e post scriptum alla fine dei pensieri, ché ho sempre qualcosa d’aggiungere alla fine delle mie parole che non bastano mai, come me, che non mi basto mai. Ho tutto scritto in faccia, grafia illeggibile e distorta in una smorfia di dolore. Uno spasmo alla mascella ed un crampo allo stomaco a strozzarmi il dicibile. Anche stavolta, è un non detto.
Ho dimenticato come tutte le cose che si dimenticano per sfinimento e da quel momento ho compreso quanta vita ho perso nel ritrovarmi.