Michele Sannino – Tristezza
Gocce di pioggia come lacrime di ferite che non si rimargino, lacrime che cadono come la pioggia incessante e formano un lago dove si riflette i ricordi della memoria.
Gocce di pioggia come lacrime di ferite che non si rimargino, lacrime che cadono come la pioggia incessante e formano un lago dove si riflette i ricordi della memoria.
Le ultime foglie rimaste sui rami degli alberi sono quelle sulle punte dei rami stessi, e me ne rendo conto mentre fumo la stessa sigaretta per ore.
Solitudine… alle volte mi ritrovi, svestita e fragile.Ed io ti lascio fare di me un essere… debole e stanco,che non ha più voglia di vivere, e provo ad odiarti.Solitudine… alle volte te ne vai…e nonostante tutto, tu per me rimani un desiderio.Lo sò… lo sò… mi contraddico,ma devo amare me, per quel che sono!
È crollato il mio castello costruito con dei mattoni di illusioni. Dove dame composte d’amore e stelle non danzavano da tempo.Nessuna melodia di arpe echeggia più in esso. Non vi è rimasto altro che un cumulo di macerie fatte di sogni e desideri infranti.
Chi ha sofferto vede tutto in modo diverso. Mentre gli altri osservano una panchina, loro rivivono il ricordo di una mattina. Mentre gli altri raccontano quella storia con frasi sdolcinate, loro scorgono quelle ferite mai andate. Mentre gli altri sorridono per un messaggio, loro maledicono il giorno in cui se lo ritrovarono di fianco. Mentre gli altri vedono l’amore, loro vedono un’altra illusione. Quelli che han sofferto li riconosci dal profilo. Sono col naso all’insù, cercando tra le stelle ancora qualche speranza in più.
Si diventa cattivi e freddi, verso i propri simili perché si comprende che si riceve più da un animale che da un essere umano.
Fai scelte di vita che pensi ti allontanino dal dolore, e poi lo senti, è lì, sempre presente come un animale rabbioso che scava nel cuore. Il dolore non se ne vuole proprio andare. A volte si addormenta e lascia spazio alla gioia, poi all’improvviso si sveglia.