Mirko Badiale – Libri
Chi scrive un romanzo rischia di dire nulla con molto, chi aforismi tutto con poco.
Chi scrive un romanzo rischia di dire nulla con molto, chi aforismi tutto con poco.
Non v’è illusione maggiore dell’opinione che la lingua fosse uno strumento di comunicazione fra gli uomini.
Ci diamo tutti da fare per denaro e siamo indotti alla prostituzione. Per me no invece, io mi prostituisco perché mi diverto, è diverso.
A volte la musica non basta, allora serve la poesia.
Signore, lo sapete che ho viaggiato molto, che ho passato due anni lontano da lei. Qualunque abitudine si rompe in due anni, credo… Ebbene, al ritorno, io amavo, non di più, che sarebbe stato impossibile, ma come prima.
Passarono le settimane e passarono i mesi.Ivan e Giada continuarono a vedersi, sempre allo stesso posto, sempre allo stesso orario, sempre con lo stesso intento.”Ehi Ivan…” sospirava Giada, sdraiata sulla spiaggia a pochi passi dal bagnasciuga, la testa poggiata sulle gambe del ragazzo e le mani sul proprio ventre.”Sì, Giada? Dimmi” rispondeva sempre lui, come se fosse la parte di un copione già scritto, e sorrideva mentre passava una mano tra i capelli cremisi di quell’angelo e fissava il cielo riflettersi nei suoi occhi, del solito colore così chiaramente indefinito.”Raccontami una storia…”e così scorreva il tempo, storie su storie, personaggi su personaggi, emozioni su emozioni, fino a quando il sole spariva in lontananza, purtroppo non sul mare bensì dietro le montagne, e veniva il turno della luna e di tutte le stelle, sue fedeli suddite, di specchiarsi negli occhi, spesso lucidi, di Giada Stella.Le storie di Ivan, poi, sembravano davvero infinite. Ne aveva scritte decine e decine ancor prima di incontrare quella splendida ragazza, alla quale continuava a raccontarle, ma adesso che il suo cuore era in subbuglio, giorno e notte, l’ispirazione sembrava non dargli pace. E scriveva, senza fermarsi mai se non per raccontare, raccontare a colei di cui si era innamorato quelle storie di cui lei si era innamorata.Storie d’amore, tantissime, storie tristi, storie forti, storie fantastiche, storie di vita vissuta. Storie.E da ognuna scaturiva un’emozione diversa, tante emozioni diverse, tantissime emozioni uniche.Una, due, tre, cinque, dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, cento.Centoundici emozioni.”Ehi Ivan…””Sì, Giada? Dimmi””Raccontami una storia…”e lui raccontava di squallidi scenari, di ricordi trasfigurati dalla realtà, di verità nascoste, di canzoni di sottofondo a momenti fantastici, di ragazzini e ragazzine, di uomini e donne, di nonni e nonne, di navi d’oro, di Dio, di gente che si è amata e odiata e tradita, di limiti, di bocche baciate in discoteca senza un vero senso, di anni d’attesa passati ad adorare la stessa inesistente persona, di disperazione, di sogni disillusi, di pianti e di carezze.Di vita. Semplicemente.”Ehi Ivan…””Sì, Giada? Dimmi””Raccontami una storia…””Ma certo…”
Non capisco dove sta la mia libertà, non capisco da cosa sono schiavizzato.