Mitologia greca – Libri
Te avevo da sveglio negli occhi, te di notte nella mente, quando le palpebre si chiudono, vinte dal placido sonno. Che effetto avresti prodotto in me di persona, se mi piacevi senza che ancora ti avessi vista?
Te avevo da sveglio negli occhi, te di notte nella mente, quando le palpebre si chiudono, vinte dal placido sonno. Che effetto avresti prodotto in me di persona, se mi piacevi senza che ancora ti avessi vista?
E si mise a guardare i tetti che scintillavano come argento per la poggia. Più alte dei tetti, le due querce che fiancheggiavano south drive ondeggiavano irrequiete sotto le raffiche di vento. Fissò gli alberi per qualche istante, poi lasciò che lo sguardo gli si appannasse, finché gli oggetti che aveva davanti non si sfocarono…
Non mi concedevo mai di pensare a lui. In questo cercavo di essere molto rigida. Ovviamente, ogni tanto cedevo; infondo ero un essere umano. Ma pian piano ci avevo fatto il callo, tanto da riuscire a evitare il dolore per giorni interi. Il prezzo da pagare era un interminabile annebbiamento. Tra il dolore e il nulla, avevo scelto il nulla.
Dove sarà la traccia oscura e indistinta della colpa antica?
Se solo sapessi cosa succederà. Se sapessi che alla fine ci lasceremo, vorrei solo togliermi il pensiero, suppongo.E se invece sapessi che alla fine andrà tutto bene, non m’importerebbe niente di ciò che succede ora.Ma andare semplicemente avanti giorno dopo giorno senza essere sicura è orribile.
Era una notte di ottobre, nel cielo c’era la luna piena, il mare aveva grandi onde che si infrangevano rumorose, una dopo l’altra, sulla sabbia.Nell’aria percepivo qualcosa di diverso. Accade sempre così quando c’è l’alta marea e le onde crescono sotto l’influsso della luna.Abitando in riva al mare, dove sono nato, ho sempre avvertito i più lievi cambiamenti del tempo, il nascere del vento e il formarsi delle maree. Quella notte mi sentivo pervaso da una grande ansia e da una solitudine infinita. Quante volte questi pensieri di malinconia, nostalgia. Rimpianto mi trovavano spaventato e solo a do mandarmi: Perche?(da “Alle porte della vita”)
Dentro la palla di neve sulla scrivania di mio padre c’era un pinguino con una sciarpa a righe bianche e rosse. Quando ero piccola papà mi metteva seduta sulle sue ginocchia e prendeva in mano la palla di neve. La capovolgeva perché la neve si raccogliesse tutta in cima, poi con un colpo secco la ribaltava. E insieme guardavamo la neve che fioccava leggera intorno al pinguino. Il pinguino è tutto solo, pensavo, e mi angustiavo per lui.Lo dicevo a papà e lui rispondeva: “Non ti preoccupare, Susie, sta da re. È prigioniero di un mondo perfetto”.