Miu Jacqueline – Religione
Non so se Dio esista o no, ma so che il nostro cuore vorrebbe battere incessantemente per qualcosa di più di un mucchio d’ossa.
Non so se Dio esista o no, ma so che il nostro cuore vorrebbe battere incessantemente per qualcosa di più di un mucchio d’ossa.
In ogni passo della mia vita ho sempre saputo che Allah mi ci accompagna, anche nei giorni peggiori. Ho portato sempre questa meravigliosa Fede nel mio Cuore e nella mia Anima, e la porto fino ad oggi, e sarà sempre cosi, perché è l’unica cosa che mi dà forza ed è soprattutto l’unica cosa che non mi ha mai delusa. Grazie Allah.
Cosa vuoi fare da grande? Da grande voglio fare il Papa, così potrò girare tutto il mondo, essere famoso, riverito ed ascoltato, e allo stesso tempo non fare un tubo.
Tu, o Signore, sei il mio pane, e senza di te non posso vivere.
Sono un milionario. E questa è la mia religione.
Se vuoi “vedere” Dio, puoi guardare un fiore, una pietra, un monte o un lago. Puoi guardare una formica indaffarata a trasportare briciole al nido, puoi guardare un contadino intento a lavorare la terra, o un uccello volare alto nel cielo. Ma se vuoi “trovare” Dio, allora devi cercare dentro te stesso.
Per spiegare la morte di Dio e del suo regno c’è la scienza, la matematica, ma anche, se si vuole, una poesia amara e lontana, la poesia del non ritorno: vuole a tutti costi, a costo della vita di tutti i mondi, vuole vestirsi dei morti il Figlio delle sfere celesti, la mensa è la sua perdizione, non la salvezza, è la malattia, non la cura, è il problema, non la soluzione. E tuttavia qui non può essere altrimenti, la realtà ha sempre avuto denti. Splendenti di grazie ed eternità rapite e assassinate, cadono gli angeli come meteore infuocate divorandosi a vicenda; improvvisamente bruciato l’universo fino all’ultima candela.
In ogni passo della mia vita ho sempre saputo che Allah mi ci accompagna, anche nei giorni peggiori. Ho portato sempre questa meravigliosa Fede nel mio Cuore e nella mia Anima, e la porto fino ad oggi, e sarà sempre cosi, perché è l’unica cosa che mi dà forza ed è soprattutto l’unica cosa che non mi ha mai delusa. Grazie Allah.
Cosa vuoi fare da grande? Da grande voglio fare il Papa, così potrò girare tutto il mondo, essere famoso, riverito ed ascoltato, e allo stesso tempo non fare un tubo.
Tu, o Signore, sei il mio pane, e senza di te non posso vivere.
Sono un milionario. E questa è la mia religione.
Se vuoi “vedere” Dio, puoi guardare un fiore, una pietra, un monte o un lago. Puoi guardare una formica indaffarata a trasportare briciole al nido, puoi guardare un contadino intento a lavorare la terra, o un uccello volare alto nel cielo. Ma se vuoi “trovare” Dio, allora devi cercare dentro te stesso.
Per spiegare la morte di Dio e del suo regno c’è la scienza, la matematica, ma anche, se si vuole, una poesia amara e lontana, la poesia del non ritorno: vuole a tutti costi, a costo della vita di tutti i mondi, vuole vestirsi dei morti il Figlio delle sfere celesti, la mensa è la sua perdizione, non la salvezza, è la malattia, non la cura, è il problema, non la soluzione. E tuttavia qui non può essere altrimenti, la realtà ha sempre avuto denti. Splendenti di grazie ed eternità rapite e assassinate, cadono gli angeli come meteore infuocate divorandosi a vicenda; improvvisamente bruciato l’universo fino all’ultima candela.
In ogni passo della mia vita ho sempre saputo che Allah mi ci accompagna, anche nei giorni peggiori. Ho portato sempre questa meravigliosa Fede nel mio Cuore e nella mia Anima, e la porto fino ad oggi, e sarà sempre cosi, perché è l’unica cosa che mi dà forza ed è soprattutto l’unica cosa che non mi ha mai delusa. Grazie Allah.
Cosa vuoi fare da grande? Da grande voglio fare il Papa, così potrò girare tutto il mondo, essere famoso, riverito ed ascoltato, e allo stesso tempo non fare un tubo.
Tu, o Signore, sei il mio pane, e senza di te non posso vivere.
Sono un milionario. E questa è la mia religione.
Se vuoi “vedere” Dio, puoi guardare un fiore, una pietra, un monte o un lago. Puoi guardare una formica indaffarata a trasportare briciole al nido, puoi guardare un contadino intento a lavorare la terra, o un uccello volare alto nel cielo. Ma se vuoi “trovare” Dio, allora devi cercare dentro te stesso.
Per spiegare la morte di Dio e del suo regno c’è la scienza, la matematica, ma anche, se si vuole, una poesia amara e lontana, la poesia del non ritorno: vuole a tutti costi, a costo della vita di tutti i mondi, vuole vestirsi dei morti il Figlio delle sfere celesti, la mensa è la sua perdizione, non la salvezza, è la malattia, non la cura, è il problema, non la soluzione. E tuttavia qui non può essere altrimenti, la realtà ha sempre avuto denti. Splendenti di grazie ed eternità rapite e assassinate, cadono gli angeli come meteore infuocate divorandosi a vicenda; improvvisamente bruciato l’universo fino all’ultima candela.