Moreno Michielin – Abiti
Non il corpo è, ma l’essere che in esso vive: è un vestito che si lacera nel tempo, fai attenzione non adorare quello che vedi ma ama ciò che sai di essere.
Non il corpo è, ma l’essere che in esso vive: è un vestito che si lacera nel tempo, fai attenzione non adorare quello che vedi ma ama ciò che sai di essere.
Cambiare è come indossare un nuovo vestito, perché quello vecchio è troppo stretto. In realtà non si perde la propria essenza, ma si esalta.
Vestiti non con abiti firmati e nemmeno puliti, vestiti di ciò che sei, copriti con…
Il passato è un “abito” fuori moda.
Look sensuale: intimo rosso, abito in pizzo, scarpe tacco a spillo, labbra e unghie rosse e il capelli spettinati dal vento della passione.
Sono nato senza vestito, la mia pelle mi custodiva, mi sentii ricco: ero fortunato, ero vivo. La mia stella brillava come gli occhi di chi mi amava, ora, cresciuto guardo fuori dalla finestra, l’umano mondo è distratto. Vedo la povertà: è scolpita nei cuori. Dov’è la ricchezza sensibile dell’essere. D’innanzi alle tragedie sento un grido: sono fortunato, sono vivo.
Conoscere la profondità del proprio io, e dominare con certezza i propri istinti, c’è bisogno di guardare oltre quei miraggi per poi accorgersi che l’essere è totale quando si apre senza calcolo nell’immensità delle prove, c’è un’illusione che come viene ti porta via nella sua rovinosa caduta quando ti lasci rapire dalla superficialità di un mondo oramai pieno di sé, e più in là dove un gioco nasce con le parole di una poesia finisce il tempo: e come uno specchio che riflette tutta la purezza di un sentimento che vive dentro il pensiero della vita, e come la speranza che è sempre ultima a morire: accorgersi che esserci è meraviglioso.