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Nicholas Sparks – Libri

Spesso ripercorro mentalmente quell’anno, lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia. In certi momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo facessi, se ne andrebbe anche la gioia. Così prendo i ricordi come vengono, accettandoli in toto, lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria.

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    Quando ho cominciato a scrivere Il visconte dimezzato, volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso e possibilmente anche gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell’uomo tagliato in due, dell’uomo dimezzato fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.

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    La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano… Disse la volpe: ecco il mio segreto. È molto semplice: non vedo bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

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    Ciao Caro,sai, ogni tanto mi viene il dubbio: vale la pena di amare se poi rischi di starci male? Adesso mi sembra di no. Adesso mi sembra che tutti i sorrisi che abbiamo smezzato non bastano. Tu dici che “Se ami soffri però almeno ami, se non ami soffri lo stesso e non hai niente in cambio”. Forse hai ragione tu. Stasera penso a noi, in esclusiva. Ti ricordi la prima estate che sono andata al college? Tre settimana da sola, con la paura di perdermi a St. James Square o in qualche altra piazza straniera. Tu mi hai detto “Oh, se ti perdi, scrivi!”. Bè, io stasera mi sento persa e allora mi armo di una penna e cerco di prendere a calci tutti i miei fantasmi. Alla fine, è giusto così. È il tuo volo, prendilo! Vattene da tutto e da tutti! Però scrivimi! Mandami una lettera, un messaggio, un piccione viaggiatore, insomma, lanciami un segno di vita e io starò qui pronta, in ricezione. Poi, magari, quest’estate ti raggiungo per qualche giorno: ci facciamo una foto come due sceme, con le nacchere e il sombrero; c’ingozziamo di tapas e giù un buon vino catalano; c’innamoriamo di qualche ballerino, di un banderas, di un ragazzo visto al parco, di un cameriere gentile. Goditela, Caro. Io starò in una tasca della tua valigia, starò lì quando qualche compagna di stanza ti chiederà di metterle l’ombretto e starò lì anche quando un ragazzo passerà la serata con te, ti chiederà cose c’è di bello a Roma e un po’ ti mancherà questa città del cavolo, da cui non vedi l’ora di scappare. Parti. In fretta! Senza rimpianti! Però, tra un anno, arriva puntuale. Io ti aspetterò Al 19. Prenoto due crepe alla Nutella, anzi tre, che magari col viaggio di ritorno, ti sarà venuta fame. E smezzeremo anche quella terza crepe, come abbiamo sempre smezzato tutto. Ti voglio bene, Caro, bene davvero.Alice.