Nicolò Mino – Cielo
Il cielo l’ho dimenticato perché guardo avanti.
Il cielo l’ho dimenticato perché guardo avanti.
Alcune stelle, certe sere, cominciano a tremare forte e pian piano a spegnersi perché se nessun mare rispecchia più il loro bagliore, perché se nessun vento porta leggere armonie perdute, perché se nessun bianco profilo affilato attrae a sé le più dolci e romantiche poesie, a che serve brillare?
Qualcuno sa spiegarmi perché quando i miei compagni, amici o colleghi sbagliano io li applaudo…
[…] – “Secondo te le stelle sanno di pan di zucchero o di sale?”- “Non lo so, non le ho mai assaggiate.”- “Io sì, sono rimasta molte notti sul balcone della casa dei bambini chiusi. Le stelle in estate perdono briciole che arrivano in bocca.”- “e come sono?”- “Salate, a gusto di mandorla amara.”- “Le preferivo dolci.”- “Ma no, guasterebbero la terra per quante ne arrivano. Certe notti c’è tempesta di stelle sbriciolate. La terra è seminata da loro, riceve senza poter restituire. Allora dal basso si alzano le preghiere a sdebitarsi, di alberi e di bestie che ringraziano”[…].
L’uomo che crede di andare in cielo per le sue buone opere, commette l’atto più…
Il cielo, scrigno dei nostri sogni, delle nostre speranze.
La notte illumina ciò che il giorno vuole nasconderci.