Osvaldo Leone – Morte
Vorrei tanto che venissi silenziosa, indolore, veloce.
Vorrei tanto che venissi silenziosa, indolore, veloce.
Dopo la morte penso che finirò sotto al fico della mia casa di Manciano, dove riposano i miei cari.
Accade tutto in un attimo, il tempo suona la mia ritirata cancellando dal mondo il mio fiato. Ti lascio niente, solo pagine accartocciate, fogli sporcati dall’inchiostro del mio cuore, versi di un’anima lasciati cadere lungo il cammino, che il vento sbatacchia contro le porte dell’infinito, ma nessuno le lascerà entrare, perché loro, non fanno rumore.
Prima o poi, a tutti tocca andarcene, ma farlo volontariamente è forse un peccato troppo grande contro noi stessi.
La morte ha un pessimo difetto: quello di non essere selettiva.
La morte è l’umiltà della vita.
Tentiamo di vivere in modo tale che anche il becchino, alla nostra morte, ne sia addolorato.