Paolo Giordano – Libri
… Perché l’amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta…
… Perché l’amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta…
Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all’estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell’ossicino, l’uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l’ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L’ho dichiarato disperso finché l’ho visto nel cortile della scuola. Subito quell’idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un’altra persona.
In un libro ci sono le impronte di chi lo ha scritto e le impronte di chi lo ha sfogliato.
Leggere è un po’ come sognare: immagini, costruisci e in ultima analisi, vivi.
Ma ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle.
Mi sento come uno scalatore appeso alla parete rocciosa che vede solo ciò che ha davanti appiccicato al naso, e non riesce più a vedere la cima, la vetta, il motivo per cui sta scalando, e nemmeno cosa sta scalando.Forse ho bisogno di scendere un attimo e chiarirmi bene le idee.
Sperava di essere abbastanza forte da lasciarla andare, sperava che il coraggio non lo abbandonasse al momento dell’ultimo bacio.