Paolo Libert – Vita
Fai quello che ami, non quello che vedi.
Fai quello che ami, non quello che vedi.
Tutto poteva eccitarlo, niente poteva bastargli… Era come se volesse abbracciare il mondo e non potesse afferrare niente.
Non corre buon sangue tra me e la vita ma nonostante tutto non possiamo fare a meno l’uno dell’altra.
In questa grande vita costellata di false stelle… anche piccole comete riescono a colmare l’universo dei meandri.
È più facile per ognuno di noi conoscere ciò che siamo stati in passato e ciò che saremo o speriamo di essere nel futuro. Ma chi siamo oggi?
Non conviene riempire di miele un vaso che sa di aceto, diceva Sofocle. E, forse, dico io, questa saggezza vale anche per tutte quelle relazioni (amicizia, amore, simpatia, etc) che sono partite da binari sbagliati, che sono finite su strade chiuse, che si sono sbriciolate alla prima difficoltà, che si sono rivelate dannose e deleterie per noi o per l’altro, a perfido dispetto della speranza ripostavi, degli occhi lucidi e del cuore palpitante. Non conviene tirarle su, ripararle a tutti i costi, fare immani fatiche per reindirizzarle sulla strada giusta, ostinarsi a credere che possano raggiungere una qualsiasi meta, decorarle di attese e avverbi dubitativi, addolcirle di pazienza e musica. Non conviene, soprattutto se ogni nostro gesto e tentativo è puntualmente ignorato o boicottato dalla controparte. Non conviene inseguire il giorno, non conviene illuminare il cielo della notte, perché ci sono stelle che, con troppa luce, non potremmo vedere. Ci sono stelle che disegnano miti e leggende (un lampione non lo sa fare), stelle che ci ridimensionano nella nostra confortevole piccolezza, consolandoci al contempo del nostro sentirci smarriti sotto un cielo che avremmo voluto dividere e condividere con chi già dormiva, andava, moriva, spariva, non c’era e non c’era mai stato.
Il perpetuarsi dell’esistenza dell’uomo non è che una prova della sua lussuria.