Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) – Filosofia
Un teologo che non ama l’arte, la poesia, la musica, la natura, può essere pericoloso…
Un teologo che non ama l’arte, la poesia, la musica, la natura, può essere pericoloso…
Un’idea è un seme: la si pianta in una campo, cresce, si ramifica, ed alla fine immancabilmente dà frutto…
In una scala da uno a dieci una cosa tradizionale, per quanto possa essere bella, non arriverà mai oltre il sette e mezzo; un’idea originale rubata a qualcun altro oscillerà tra l’otto e il nove; qualcosa di improbabile e rischioso raggiungerà il dieci, ma non arriverà oltre.La perfezione sta nel correre il rischio dell’imperfetto superando i limiti preimposti e meravigliandosi della stupenda follia di un pensiero errante.
Come quasi tutti gli ex-marxisti della mia generazione, ero un neofita del liberalismo, e nel mio entusiasmo semplicistico e ignorante lo usavo come una mazza. In sostanza, non facevo altro che adoperare il liberalismo per semplificare indebitamente la realtà, più o meno come si faceva pochi anni prima usando il marxismo. Rimaneva invariato l’atteggiamento psicologico, la presunzione semplificante. Avevo cambiato le mie idee per rimanere identico a me stesso. Di fronte alla richiesta di occuparsi seriamente e concretamente dei problemi delle donne, degli omosessuali, della gente scura di pelle, l’importante era disporre di un’elegante via di scampo. Non era poi così essenziale che, mentre anni prima la scappatoia era l’appello alla lotta di classe e a una perfetta rivoluzione, negli anni ottanta, con la crisi del marxismo, si fosse resa disponibile un’altra chiave universale: l’assolutezza dei criteri formali di uguaglianza. La sicumera rimaneva identica a se stessa.
Quel che sembra non ha importanza. Quel che conta è ciò che è!
Qui l’errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare.
Molti hanno paura, ma non tutti lo ammettono e già non dichiarare la propria paura è paura stessa.