Luciano De Rosa – Paradiso & Inferno
Quando dormo sono un angelo, è quando sono sveglio che…
Quando dormo sono un angelo, è quando sono sveglio che…
Guardiamo il cielo in attesa di un miracolo, senza accorgerci che il miracolo siamo noi e tutto ciò che sta attorno.
In un attimo puoi toccare il paradiso e saziare l’inferno di una vita.
Nessun prezzo è mai abbastanza per l’amore, nessun inferno è tanto crudele per il paradiso. Niente è tale da far rinunciare a tutto.
Solo chi sa volare veramente può conoscere il paradiso.
L’inferno esiste solo per chi nasce.
Se tutti aspirassero all’inferno, incomincerebbe a fare caldo.
Se esiste l’inferno, ad esso saranno destinati tutti coloro che hanno ignorato e fatto soffrire le persone che li amavano. Non essere riusciti ad amare chi ci ha amato è il peccato più grave che abbiamo commesso. Ma se non si ama chi ci ama, chi altri si dovrebbe amare? Per me, se non si è in grado di ricambiare l’amore, non si è neppure in grado di amare.
Sei tu che possiedi le chiavi del tuo inferno e del tuo paradiso, sei tu che devi scegliere quale porta aprire o chiudere. Entra un po’ nell’una e un po’ nell’altra, conoscerai la vita e la sua essenza.
A lungo andare ci saranno più cornuti sulla terra che all’inferno.
Ci sono angeli che non hanno le ali e sono quelle persone che chiamo “amici” e ci sono diavoli che non sono all’inferno e sono quelli che chiamo “niente”
Se i ruoli si invertissero, tra quelli che amano e quelli che odiano, allora tutto il mondo sarebbe già in un paradiso.
Pericolosi non sono gli uomini che palesano l’intenzione della cosiddetta “botta e via in allegria”. Letali sono gli uomini “finti innamorati”, “finti seguaci dell’anima”, i tarocchi del cuore, che promettono il paradiso mentre ti conducono all’inferno.
Il diavolo è ottimista se pensa di poter peggiorare gli uomini.
Siamo in cerca del paradiso, mentre non ci rendiamo conto che il paradiso lo potremmo trovare dentro di noi: sapendo ridere, e vivendo ogni giorno con grande felicità anche se le cose non vanno al meglio.
Mi preferirei all’inferno piuttosto che in quel purgatorio transitorio e sospeso dove, come ripostiglio, vengono ammassati i più. Di paradiso non c’è orizzonte alcuno. Né lo vorrei. Mi tengo le miei piume ammazzate ché la mia “voliera” è un reame.
Ci piace la compagnia del diavolo ma non ci piace averlo in famiglia.