Paul Mehis – Libri
Io amo il genere Horror perché è come se fosse un bimbo estremamente sincero figlio di nessuno… un rinnegato ed incompreso, inconsapevole delle sue piccole malefatte.Qualcuno deve pur prendersene cura.
Io amo il genere Horror perché è come se fosse un bimbo estremamente sincero figlio di nessuno… un rinnegato ed incompreso, inconsapevole delle sue piccole malefatte.Qualcuno deve pur prendersene cura.
– Che stai facendo soldato?- Quello che mi hai insegnato, Signore. Io uccido…
Si interessava a quel ragazzo perché la faceva sentire nervosa? Non un granché come ragione, si disse. Anzi, una pessima ragione.Ma c’erano anche quelle labbra. Quella labbra scolpite che le facevano tremare le ginocchia per qualcosa di completamente diverso dal nervosismo. E quei capelli neri come la notte… Si sentiva pizzicare le dita per il desiderio di accarezzare quella morbidezza. Quel corpo agile, muscoloso, le gambe lunghe… e quella voce. Era la sua voce che l’aveva convinta il giorno prima, rendendola assolutamente determinata ad averlo. […] Chissà se anche quella voce poteva diventare nera come la notte, e che suono avrebbe avuto nel pronunciare il suo nome, nel sussurrarlo…
Ci si può anche innamorare della tristezza di una persona, ma è necessario amare i suoi sorrisi.Tutto cambia nella vita: le idee, la passionalità, la bellezza, la ricchezza…i sorrisi sinceri invece non cambiano, se si amano quelli di chi abbiamo accanto, la nostra vita sarà dedicata a cercarli ogni fottuto giorno. Inoltre, nel momento in cui ci renderemo conto di non saper più causare sorrisi nella persona amata, saremo disposti anche a lasciarla libera.Ritengo che la vita sia già causa di molti dolori e senza una persona che ci faccia sorridere e che possiamo far sorridere, può anche morire il desiderio di superarli…. Non ho mai smesso di amare i tuoi sorrisi.
La vita insegna più della scuola, l’esperienza più dei libri.
Forse perché farsi vedere troppo deboli dagli amici poi ci fa sentire in difficoltà. Forse perché pensiamo sempre che il nostro dolore sia unico, improvabile, come tutto ciò che ci riguarda. Nessuno può amare come amiamo noi, nessuno soffre come soffriamo noi.
Gli era capitato l’amore e di notte si abbracciavano forte. Non si impicciavano di amarsi mentre dormivo due metri più in là. Restare nel buio a sentire i colpi e i fiati commossi di due che si amanao, senza desiderio di avere il proprio turno, potevo pure, ma era più utile dar retta agli stantuffi del ciclostile anziché a quelli dell’amore altrui.