Paul Mehis – Paradiso & Inferno
Solo colui che è rimasto irrimediabilmente ustionato dalle fiamme dell’Inferno, potrà comprendere appieno le meraviglie del Paradiso.
Solo colui che è rimasto irrimediabilmente ustionato dalle fiamme dell’Inferno, potrà comprendere appieno le meraviglie del Paradiso.
Anime dannate ballano il tip tap sull’arenile infuocato dell’inferno.
Esistono quelli che hanno timore di scegliere, nascono per essere cloni e non importa se siano buoni o cattivi tanto qualunque loro decisione sarà la decisione di altri.
Nel caso che qualcuno degli Osceni di Dio si renderà colpevole di qualche piccola sparizione, e sa di cosa parlo, può scommettere tranquillamente sulla Madre che i suoi finiranno in un inferno tale che Gli invocheranno supplicando e gridando il suo peggiore, tremendo e caldo degli inferni, al confronto un paradiso misericordioso, senza ottenerlo. Ne sarà direttamente responsabile. È una minaccia/promessa.
Può essere una vera Principessa, solo Colei che non ha alcun desiderio di esserlo.
É difficile scrivere un paradiso quando tutte le indicazioni superficiali indicano che si dovrebbe scrivere un’apocalisse. Risulta ovvio trovare abitanti per l’inferno o per il purgatorio.
Alcune volte, la morte arriva su inconscia chiamata, indossando le vesti del nostro passato ed accompagnandoci in un futuro illusorio simile ad un limbo di un cieco immemore che compone un puzzle di pezzi consumati e tutti uguali, nell’attesa inconsapevole di un eterna notte di riposo giunta molto tempo prima.