Thomas Stearns Eliot – Paura & Coraggio
Vi mostrerò la paura in una manciata di polvere.
Vi mostrerò la paura in una manciata di polvere.
Spesso la paura d’un male ci conduce a un male peggiore.
La paura della morte ci impedisce di vivere, non di morire.
La solitudine dell’uomo è la sua paura della vita.
Chi ha paura non fa che sentir rumori.
Ci vuole coraggio per avventurarsi al buio, senza sapere che cosa troveremo, per uccidere i demoni della nostra paura e del nostro dolore.
La ragione serve, tra l’altro, ad eliminare la paura di ciò che si può diventare.
Imparare a dialogare con la propria paura, a guardarla in faccia e a riconoscere in essa il prudente e saggio “guardiano” dei limiti umani.
Il coraggio è la paura trattenuta un secondo di più.
Tu sei come una farfalla: sei libero, ma incatenato al tempo; sei fantastico, ma hai paura di non vivere appieno; sai volare, ma non sfrutti l’altezza; sei bellissimo, ma non hai vanità; sei dolce come il miele, ma nasci da un fetente bruco; hai le antenne per ascoltare e raggiungi l’anima di chi vuoi, ma non rischi per tempo della vita, per paura di non farcela.
La paura e il buio hanno la stessa luce.
La paura di non riuscire a superare un problema ci rende ancora più sicuri di poterlo vincere.
La paura è una forte emozione che ci blocca o che ci spinge a lottare. Oserei dire che il coraggio non indica il non aver paura, ma è la consapevolezza di aver paura e nonostante ciò la si affronta.
Sembra che senza coraggio non sia possibile realizzare la propria umanità. In ogni momento ci troviamo di fronte alla scelta tra un comportamento conformista e strumentale da un lato e l’ampliamento e approfondimento della nostra libertà dall’altro, con tutte le scomode e difficili conseguenze che questa comporta. Possiamo rimandare la scelta ma non indefinitamente, significherebbe evitare per sempre il rischio, invece di affrontarlo con la fermezza necessaria. Il coraggio ci è necessario per condurre la quotidiana battaglia per la nostra e l’altrui libertà.
Si accetta il rischio della propria autodistruzione per poter godere della propria libertà. La libertà di perdersi esiste.
Il coraggio è spesso l’effetto di una visione poco chiara del pericolo che si affronta, o dell’ignoranza totale dello stesso pericolo.
E ora sono qui, nel braccio degli assassini del carcere di Folsom, che attendo, le mani rosse di sangue, il giorno fissato dalla macchina dello Stato, quando i suoi servitori mi porteranno in quella che chiamano tenebra, quella tenebra di cui hanno paura e da cui attingono immagini di superstizione e terrore, la stessa tenebra che li spinge, fra tremiti e lamenti, davanti agli altari delle divinità antropomorfe, generate dal medesimo orrore.