Karl Raimund Popper – Progresso
La storia dell’evoluzione insegna che l’universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo.
La storia dell’evoluzione insegna che l’universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo.
Credere al progresso non significa credere che un progresso ci sia già stato.
Il genio di Einstein ci ha condotto ad Hiroshima.
Quale saggia o stupida cosa potrebbe mai ideare l’uomo che non sia già stata concepita da secoli?
La scienza non fa veri progressi se non quando una verità nuova non trova un ambiente pronto ad accoglierla.
Bisogna stare attenti agli ingegneri: cominciano mettendo insieme delle macchine e finiscono con la bomba atomica.
È con la cultura che si innesca il progresso, perché senza di essa l’uomo è condannato a vedere nell’altro sempre e solo un nemico.
Senza contrari non c’è progresso.
Pensare? Perché pensare! Abbiamo i computer che lo fanno per noi.
Forse l’esperienza giova a questo o a quell’uomo. All’umanità non giova niente.
Se l’umanità non progredisce nella stessa misura in tutte le parti del mondo la responsabilità non è della scienza, ma dell’ignoranza dei benefici che se ne possono trarre e delle cattive scelte politiche.
Il progresso del genere umano sembra innegabile; un tempo per esempio la giustizia era sempre ingiusta, ora invece, talvolta capita anche il contrario.
La civiltà progredisce aumentando il numero di operazioni importanti che possiamo compiere senza pensarci.
Lo scempio del mondo non è una cosa sgradevole, è la sua lentezza che è tragica.
Sul nostro tempo e su quello futuro si addensano ombre minacciose, insicurezze prima sconosciute. Per ritrovare la speranza dobbiamo scoprire nuove strade scientifiche ma anche morali.
Se non ci fosse stata la scrittura il mondo non sarebbe evoluto, ma visto gli ultimi sviluppi, forse sarebbe stato meglio.
La gente affascinata dall’idea di progresso non sospetta mai che ogni passo avanti in quella direzione è anche un passo sulla strada della vita.