Raffaele Direnzo – Destino
Se si potesse spostare a ritroso le lancette del tempo ricostruirei quel vaso rotto da cui i cocci dipendevano l’evoluzione del mio destino.
Se si potesse spostare a ritroso le lancette del tempo ricostruirei quel vaso rotto da cui i cocci dipendevano l’evoluzione del mio destino.
Il mio destino è quello di vivere consapevole di essere impotente verso le ingiustizie del mondo.
Ho sempre sostenuto che la mia vita. La tu vita. Come quella degli altri. È come un giardino. Dove un giorno pianti un fiore. Il giorno dopo lo annaffi. Il giorno seguente lo pulisci e gli toglie l’erbacce. Mentre poi aspetti che quel fiore piantato cresce. Come l’anima ramifica le nostre emozioni. Sono attimi che fanno crescere le cose. La spontaneità si manifesta in grandi speranze.
Crescere, invecchiare. Raccogliere i pezzi. Come se correndo non dovessimo continuare con le nostre vite.
Alcune prove della vita ci sconvolgono, positivamente; lasciano in noi una dote caratteriale, istintiva, quasi meccanica; esperienza che si traduce nel corso dell’esistenza in una sorta di pellicola protettiva capace di proteggerci dalle continue intemperie del destino!
La ricerca della strada maestra è un viaggio singolare e unico da intraprendere ogni giorno. Esso è come un volo di uccelli fatto di istinto, cuore e abbandono ai sentieri del cielo.
Impara a prendere a schiaffi il destino perché lui non esiterà e credimi, gradirà la reazione. Il destino non premia mai la passività.