Anastasio Alberto Ballestrero – Religione
Quando si possiede poco, si apprezza di più quel poco che si ha.
Quando si possiede poco, si apprezza di più quel poco che si ha.
Signore, tu sei la mia verità, sei la verità dell’uomo.
Signore, tu sei la mia vita, senza di te il vivere non è vivere.
Occorre riconoscere la presenza di Cristo nella nostra vita per evitare che Egli passi e noi non lo riconosciamo.
Siamo noi a portare per primi i pesi dell’amore, perché altri abbiano la forza, con noi, di portarli.
Il giudizio dell’uomo su di sé deve essere severo, indulgente rispetto al prossimo, puro rispetto a Dio.
Chi sa perdonare costruisce amicizia, edifica fraternità.
Non siamo dispensati dal giudicare i fatti; siamo sollecitati a non giudicare le intenzioni e ad essere persone di speranza.
In qualsiasi luogo recondito, in ogni luogo di questo mondo, anche nel più remoto, abbi rispetto del tuo angelo custode.
Gli angeli sono presenti e ti stanno vicino non come compagni qualsiasi, ma come protettori.
La povertà evangelica, pur essendo un atteggiamento dello spirito ha bisogno di esprimersi anche in atteggiamenti concreti.
Raffreddandosi la carità, la fede muore, come muore il corpo quando l’anima si allontana.
La vita del corpo è l’anima, ma la vita della fede è la carità.
Come il ferro, la fede è forte, ma anche facile a spezzarsi. Può sopportare l’enorme peso del dubbio, eppure basta una leggera pressione nel punto giusto per stroncarla.
Gli dei erano un’invenzione degli uomini, che li plasmavano per scaricare su di loro il fardello delle proprie colpe. Gli uomini uccidono perché hanno paura, e la possibilità del perdono rendeva più facile uccidere.
Vale più una Santa Messa ascoltata in vita che mille celebrate per la stessa persona dopo la sua morte. Una Messa eccede e di gran lunga sorpassa la virtù d’ogni altra orazione in ciò che concerne la remissione della colpa o della pena.
La voce di un Padre del deserto: a questo dovete tendere con tutte le forze: “Gustare in questo mondo un anticipazione della vita e della gloria celeste”.