Silvana Stremiz – Ricordi
Non c’è ricordo più intenso di quello delle tue prime volte.
Non c’è ricordo più intenso di quello delle tue prime volte.
I ricordi: immagini frammentarie di una vita che è stata.
Il tempo è l’unico limite imposto ai propri sogni.
I ricordi sono effimeri, scompaiono pian piano, mentre l’età va avanti. Ma quello tenuti nel cuore riesco a resistere più a lungo.
Quando ti senti triste e sola, apri il libro del tuo cuore, ci saranno i ricordi a farti compagnia.
Il tuo ricordo mi uccide ma preferisco morire che dimenticarti.
Ricordo gli occhi di mia madre quando mi guardavaRicordo le mani di mia madre quando mi accarezzavaRicordo sempre mia madre…Ma vorrei sognarla per stare un momento insieme a lei per poterla guardare!
I ricordi se sei pieno di rancore saranno distorti dalla tua rabbia.
Che male! Sono scivolato sul c’era di te.
Forse sono così attaccato ai ricordi perché sono l’unica cosa che di sicuro nessuno potrà portarmi via.
Vivere di immaginivivere di ossessionipensieri sfuggentipassioni travolgenti.Sognare, tanti ricordii primi passiil tempo dell’adolescenzail tempo della pubertà.Notti insonnile prime delusionicorrono gli anniattimi felici, pochil’abbandono dei sensi.Inesorabile vacilla la menteil cuore stanco avvertetante speranze fallite.Finalmente libero di volareper ritrovare il perduto amore.
Ormai il tempo si è scordato di noi, ma io non ho ancora dimenticato…
È strano come, quando manca qualcosa, il mondo stia sempre lì a ricordartelo in tutta la sua bellezza…
Le notti in cui abbiamo dormito è come se non fossero mai esistite. Restano nella memoria solo quelle in cui non abbiamo chiuso occhio: notte vuol dire notte insonne.
Non si è mai immuni da un ricordo. Mai al sicuro, mai abbastanza lontani. I ricordi a volte dormono a lungo, ingannano la nostra memoria, e ci sorprendono con le loro incursioni inaspettate, inimmaginate. Mi sentivo invincibile, finalmente; al riparo da quei tumulti ciclopici e dirompenti. E tutto ad un tratto, mi ritrovo travolta da un ricordo! Improvviso, inatteso, ha schiantato tutta l’energia dell’onda del tempo su di me, travolgendo respiro, pelle, illusioni, certezze. Mi ha sorpreso alle spalle, mi ha ingoiato. Dove sono, adesso? Forse nel suo ventre, forse nella tela folle della mia mente, che aggrovigliata si contorce in atroci spasmi emotivi! E i pensieri sono caleidoscopi indistinti, che velocissimi proiettano sensazioni ancora troppo vive per poterle sconfiggere, pulsanti in tutto il loro crudele esistere ancora. Lacrime! Lacrime gridano in questa ribelle sconfitta. Il respiro abbandona le mie ali lacere.
I nostri passati sono così simili. Così simili. Sono passati di ricordi che assomigliano a vetri appannati dall’umidità dell’autunno. Possiamo scriverci il nome sopra e annullarli.
Ero troppo occupato a sognare, per ricordarmi di vivere.