Roberto Vecchioni – Poesia
Io conosco poeti che spostano i fiumi col pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Io conosco poeti che spostano i fiumi col pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Alcuni si credono poeti moderni solo perché smettono di usare le virgole.
I poeti bussano ai cuori dove non fa giorno. Aprono porte altrimenti chiuse svelano giardini nascosti, solitudini infinite. I poeti sono gigli disseccati lunghi fili di vento che vibrano su desideri imprigionati. I poeti suggeriscono colori ai pittori e il mondo si tinge d’azzurro e di bianco. Il bianco delle stanze dove giocano i bambini l’azzurro delle soffitte dove sognano i sogni e si riposa la luna. I poeti sono mendicanti per strada e la moneta che tu lasci nelle loro mani diventa un sole di rame che incendia la notte. I poeti sono musiche gitane un canto di rane nel caldo meridione. I poeti sono versi in prigione.
La poesia non vuole alludere, né illudere e tantomeno deludere, vuole semplicemente farti un po’ sognare e vivere, seppur virtualmente, un po’ l’amore.
La poesia dev’essere la naturale effusione dell’anima nostra.
La passione del poeta crea per essere presente nelle nostre due vite: quella quotidiana, di passaggio, e quella infinita, per sempre.
C’è una poesia delle cose che ci attrae anche senza comprenderne il senso.