Robin Williams – Tempi Moderni
Oh mio Dio, lei ha una magnifica pelliccia! Davvero una splendida pelliccia… E magari da qualche parte c’è un branco di animali che si sta dicendo: “Cazzo, che freddo!”
Oh mio Dio, lei ha una magnifica pelliccia! Davvero una splendida pelliccia… E magari da qualche parte c’è un branco di animali che si sta dicendo: “Cazzo, che freddo!”
La condizione di italiano espatriato attiva il complesso dell’orfano sannita, un che di sventurato e diffidente, di irto e rusticamente astuto.
Come in una specie di “caos ordinato”, viviamo in maniera spesso individualistica, ognuno nella propria direzione, ognuno a testa bassa immerso nei propri guai; eppure la nostra individualità che sembra per noi la totalità delle cose è solo un piccolo tassello del macrocosmo che ci circonda. Talvolta sarebbe bello, poter imparare ad ascoltare i silenzi o le parole di chi ci sta accanto, magari si riuscirebbe sempre più a viaggiare in un’unica direzione per le strade della vita.
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
La base di tutta la vita sociale qui da noi è costituita dal presupposto che l’uomo non riflette.
L’uomo moderno ha la coscienza di “prodotto-sociale”. L’incompletezza biologica rimane istintiva e demograficamente senza senso di “appartenenza”, perché la nostra posizione nella società, basata sul consumo, si disinteressa della nostra origine e si basa solo sul “quanto-guadagno”.
Dove mancano i valori mancano le buone intenzioni ed i buoni proponimenti; anche i più ovvi ed i più banali. E cioè quelli che si danno per scontato.