Rossella Porro – Vita
Rimpiangere qualcosa non è mai il primo passo per aprire le porte al futuro.
Rimpiangere qualcosa non è mai il primo passo per aprire le porte al futuro.
Le persone migliori sono quelle che ti dicono “vado” e invece restano; non solo per quel minuto in più ma per la vita intera.
La felicità è dentro noi, come un bambino, aspetta di venire alla vita e godere della luce del mondo e, se stanca, riposare all’ombra di una quercia; la vogliamo, la sentiamo muoversi dentro, dobbiamo solo partorirla. Tra il dolore del passato, le doglie di preparazione ed attesa, le grida dei ricordi che riecheggiano nella memoria, lo sforzo di perseverare nonostante tutto per poi avvolgerla in un abbraccio fusionale. Vorremmo tanto che durante il faticoso travaglio ci fosse qualcuno a stringerci la mano, infonderci coraggio ed asciugare il sudore dalla fronte, ma se la felicità scalcia impaziente, non aspetta nessuno, viene al mondo da sola, tossisce, starnutisce e piange, è il suo saluto alla nuova vita! È fragile, dobbiamo proteggerla per poi mettersi in piedi da sola ed andare libera alla conquista di ogni sogno.
La sfida tra due persone è qualcosa di utile se viene usato in senso costruttivo, se viene gestito in modo leale e se si accetta anche la sconfitta. Altrimenti distrugge stima, valori, buon senso e potrai non essere più lo stesso agli occhi della gente.
Il problema è che le persone pensano sempre che tu sia ciò che manifesti d’essere. Niente di più sbagliato. Posso apparti calma quando dentro mi scoppia una tempesta, sorridente quando il cuore è alla ricerca di fazzoletti, felice quando tutto va a pezzi, indifferente alla tua presenza quando vorrei stringerti da spezzarti il fiato.
Il tempo da il meglio di se quando riesci a dimenticarti che esiste.
C’è chi dice di non sapere come fare ad ammazzare il tempo, il tempo invece sa benissimo come ammazzare lui, gli basta passare.