Sara Brillanti – Abbandonare
Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta avrei fatto sì che lo fosse stata la precedente, o magari la prima, o forse non avrei neanche iniziato.
Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta avrei fatto sì che lo fosse stata la precedente, o magari la prima, o forse non avrei neanche iniziato.
Potevo essere qualcuno, volevo essere soltanto uno e invece sono morto che non ero nessuno.
La parola amore resterà tale, chiusa in un tuo vocabolario, sotto a tonnellate di polvere, dove marcirà sterile sempre lontano da te.
Non c’è niente che sia per sempre.
A domani, pensai, frenando le parole nel pensiero che domani fosse un tempo troppo vicino e allo stesso tempo troppo lontano per riuscirsi a staccare con questo semplice saluto. Come se domani dovesse non arrivare mai e nello stesso tempo potesse essere l’ultimo domani per noi. “A per sempre”, infine pronunciai.
È divertente osservare come, a seconda della convenienza o meno, certe manifestazioni di disgusto vengono scambiate per manifestazioni di elogio e amore o amor perduto. Non si può far cancellare la memoria da macellai pazzi e poi pretendere un’altra volta nella storia, di ottenere i risultati sperati. Ci sarà sempre quell’incomodo, quella spina nel fianco, quel dolore soffocato, nelle pieghe del regno ora eterno, che ogni tanto scuoterà menti e coscienze, sulla via della vita. Non è amore, non è odio, è qualcosa che segue una Legge a parte, è qualcosa che purtroppo non si impara, si vive e basta o si muore e basta, i messaggi subliminali del rifiuto (buttalo via, ma è da non sottovalutare) sono manifestazioni di schifo e non di amore o amor perduto. Se si vuole cancellare un ricordo, non vale il principio dell’osmosi psichica per cui cerchi di far tabula rasa all’altro, a cui non interessi, per dimenticare tu, peggiori solo la situazione e ne crei molte altre di riflesso che possono diventare ingestibili.
Se ti arrendi troppo presto, non saprai mai come sarebbe potuta andare.