Teresa D’Auria – Silenzio
Certe volte i silenzi diventano trepidanti attese del nulla negli abissi dell’anima.
Certe volte i silenzi diventano trepidanti attese del nulla negli abissi dell’anima.
Le parole più importanti le ho dette attraverso i miei silenzi.
Il silenzio è un incanto che ferma il tempo, dove il desiderio adorna i nostri pensieri nutrendoli di speranza.
A volte è meglio far aleggiare l’anima nel silenzio. Io inizio.
Si desidera sempre quel che non si può avere ma nonostante tutto lo si aspetta comunque anche in silenzio.
Si tace perché non si sa fare altrimenti, perché si è fatti così, perché è una fatalità alla quale non si sfugge. Si tace perché non si ha il coraggio di incollare i cocci, perché si ammette di aver perso tutto e che ogni riconquista sarebbe soltanto provvisoria e illusoria. Si tace perché le lacrime scendono assai meglio del silenzio.
È nel silenzio che parla la musica della natura.
Spesso si fa silenzio perché non si ama trascinarsi al livello di molte persone, ma quelle “molte persone” dovrebbero fare silenzio per salvarsi la faccia e a volte pure il culo!
Il cuore conserva tutto l’amore che ci sfiora, ma le parole più belle nel mio cuore appartengono ai tuoi incantevoli silenzi.
Il silenzio troppo spesso è “un dono” che sa di condanna.
Il silenzio è il rumore dove tutto passa in secondo piano dove si perdono i confini di qualunque tipo. Rimangono gli occhi impauriti ad ascoltare o gli occhi meravigliati del vivere che ti prende dentro e ti trasporta fuori dai pensieri come in una giostra persa dentro un mondo dove gli adulti ritornano bambini. Il silenzio è il migliore amico ma anche il peggiore nemico di un qualcosa che è profondo come un chiodo ben ficcato nella carne che tu senti come amico o lo temi perché nemico. Ma il silenzio è come il resto delle cose.
Quando le parole non bastano, rimane solo ciò che si prova, un tacito accordo con se stessi ed il silenzio.
Il silenzio è una musica. Imiei pensieri sono le parole. Le canzoni sono nell’aria, basta solo saperle ascoltare.
C’è un silenzio che precede le mie parole e che molte volte le ammutolisce. Un silenzio che mi impongono e mi impongo perché il confronto a volte è sfibrante. Vi fa comodo il mio silenzio e vi serve. Mi serve il silenzio perché la mia voce sarebbe devastante. “Non sei la cima di tutto” mi dici e fidati lo so che è così. Ma fidati anche che nemmeno respiro totalmente in questo fango che tanto annebbia gli animi. Non mi vedi e se grido non mi vuoi sentire. La mia vita non percorre le tue vene ma le mie ed è il mio sangue che intacchi e che rendi invisibile. Non te lo permetto, non ti ferirò mai in vita mia ma non te lo permetto più.
Il silenzio è spesso una condanna: quando tra te e gli altri si frappone un muro di gomma fatto di odi antichi, di invidie tenaci e immotivate. Tu vorresti farti capire, spiegarti, ma per gli altri non hai semplicemente diritto di replica. Neanche i cani si trattano così. O forse giusto i cani, a cui spesso ti paragonano. E quando non c’è comunicazione è facile sbagliare, incancrenirsi negli errori: tanto nessuno ti correggerà, ti dirà la sua. Almeno non apertamente.
Devi camminare in silenzio per ascoltare i passi del cuore.
Ci sono silenzi che urlano desideri che non si avvereranno mai.