Silvana Stremiz – Religione
Non so se credo in Dio, ma auguro ai miei figli di crederci.
Non so se credo in Dio, ma auguro ai miei figli di crederci.
Capì che oltre alla vita materiale di cui s’era contentata fino allora, c’era una vita spirituale. In questa vita spirituale si penetrava per mezzo della religione, ma non quella che fino all’infanzia avevano insegnato a Kitty e che consisteva nell’andare alla messa e ai vespri, alla casa delle vedove, dove s’incontravano persone di conoscenza, e nell’imparare a mente testi slavi col pope: una religione superiore, piena di mistero, che si collegava a idee alte, a sentimenti puri, ad una fede che non era un dovere ma uno slancio d’amore.
Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delle azioni degli essere umani.
L’amicizia non è dire quello che a uno piace sentirsi dire, questo è ipocrisia. L’amicizia è dire quello che gli occhi e il cuore sentono fino in fondo anche se fa male.
In un mondo come il nostro, inaridito, agitato, maniaco, è necessario mettere olio d’amore sugli ingranaggi dei rapporti sociali e formare nuclei di pensiero e di resistenza morale per non essere travolti.
La voce della nostra coscienza è la guida migliore.
È un peccato che spesso quando diciamo: “ho fatto la cosa giusta”, è solo la nostra visione del giusto.