Stefano Del Degan – Morte
Il morire è una fase del Vivere, che deve impregnarsi di dignità.
Il morire è una fase del Vivere, che deve impregnarsi di dignità.
Il dolce denso profumo si fa largo in pensieri, che ritornano a te scivolando in carezze del vento.
Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un’eccezione nel mio caso. E ora, che succede?
Nessuno mi aveva detto che il lutto fosse così simile alla paura… sto cominciando a capire perché il lutto ricorda tanto l’attesa. Dipende dal fatto che infiniti impulsi ai quali ci eravamo abituati restano frustrati. Non c’era pensiero, sentimento o azione che non avesse lui per oggetto. Ora, non hanno più meta.Continuo, per abitudine, a tendere la freccia sulla corda, ma poi ricordo, e devo deporre l’arco. Così tante strade portavano il mio pensiero a lui, ma ora un invalicabile posto di frontiera le blocca. Una volta erano strade, ora sono vicoli ciechi.
I codardi muoiono mille volte, i coraggiosi una volta sola.
Se vuoi credere a coloro che penetrano più profondamente la verità, tutta la vita è un supplizio. Gettàti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate, ora ci precipita giù con danni maggiori dei presenti vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l’uno contro l’altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo mare così tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi è altro porto che la morte.
Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.