Stephenie Meyer – Libri
Li fissavo perché i loro volti, cosi differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana.
Li fissavo perché i loro volti, cosi differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana.
Beati coloro che non hanno paura di domandare quello che non sanno.
La piccola Giada piangeva piano piano a lacrime grosse, senza singhiozzi. Io potevo solo piangere con lei: non certo uscir fuori dal nido d’ombra che mi custodiva e difenderla con dita scarnite dal passato, con voce fievole come il pigolio d’un merlo appena nato.Ci sarebbe voluto il rombo del tuono che fa tremare i vetri delle finestre, i fulmini ci sarebbero voluti, saette accecanti nel cielo scuro, gonfio di pioggia.Ma guardavo e ascoltavo le lacrime di Giada: era pur qualche cosa, questo condividere del cuore, senza sussulti, senza furori, quieta, apatica presa di coscienza che ancora accadeva ciò che da sempre era accaduto, quello che é orrore nella tenebra. (da “Le farfalle”)
Un racconto, mi aveva detto un giorno Julian, è la lettera che un autore scrive a se stesso per mettere a nudo la propria anima.
Bisognava cercare di interpretare le sensazioni come segni di altrettante leggi e idee, tentando di far uscire dalla penombra quel che avevo sentito, di convertirlo in un equivalente intellettuale.
Un libro lasciato a metà è un’amicizia tradita.
Il mondo è illusione: fu questa una delle primissime frasi che mi disse mio padre. Ma per un bambino si tratta di un concetto privo di senso…(da “I romantici”)