Stephenie Meyer – Libri
Li fissavo perché i loro volti, cosi differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana.
Li fissavo perché i loro volti, cosi differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana.
Non sto scrivendo la mia biografia, ma la fiaba della mia vita.
Vivere la malattia come un’opportunità, fare della sofferenza una fortissima esperienza, tutto ciò mi permette di affrontare la vita in un modo diverso. Prima di essere malato non avevo contatto con me stesso. Credevo di non avere bisogno di nulla ma invece ero insoddisfatto perché pur avendo tutto ero sempre alla ricerca di qualcosa che non possedevo. Ora invece conosco i miei limiti. Non sento di dover dimostrare niente a nessuno ma posso accettare la mia dipendenza dagli altri. Mi sono riconciliato con me stesso.Ne ho ben tre di fortune: come medico, come malato e come uomo.
Vivere è una fregatura, poi muori.Avercela, questa fortuna!
L’ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare.
Se la morte era il vuoto nero dal quale si era appena svegliata, allora non era niente per cui angustiarsi. Non avrebbe mai notato la differenza.
E dei sentimenti non è così facile liberarsi come delle idee: queste vanno e vengono, ma i sentimenti rimangono.