Antonio Rinaldi – Felicità
La felicità vive d’essenza e uccide d’assenza.
La felicità vive d’essenza e uccide d’assenza.
Veniamo al mondo per il più grande atto di egoismo e di amore che i nostri genitori abbiano mai potuto fare. La vita non l’abbiamo chiesta ma la viviamo, solo alcuni però fanno in modo che questo passaggio sia vissuto con la dignità che li porterà al più semplice dei riconoscimenti altrui, quello di essere stato un Uomo che ha vissuto tramite il soffio della sua anima.
Come va? Beh, come al solito. Una vita destinata all’entropia e quindi irrimediabilmente alla morte!
Attendiamo anche un’intera vita, solo per capire che è di un illusione di cui avevamo bisogno e così ne creiamo a nostra immagine e somiglianza, per viverci comodamente dentro.
Nella vita tutti si affannano per essere indispensabili, nella tua unicità invece, cerca di essere urgente.
Un atto di gentilezza, una buona azione, un atteggiamento altruistico, partono sempre dall’intelletto di una persona, mai dal cuore e trovano riscontro solo se c’è, dall’altra parte, altrettanto intelletto…
Ci sono momenti in cui si è persa la strada, il percorso interiore per ritrovare il sentiero può essere lungo e faticoso. Non sempre si riesce a concluderlo, specialmente se non si fa delle proprie debolezze un punto di forza. Il problema maggiore è il non voler affrontare i propri fantasmi e il non volerli esorcizzare per paura che la loro evanescenza si concretizzi più delle nostre stesse paure.
La coerenza è di chi riesce a vivere una vita intera in bilico e con due piedi in una scarpa.
Imparo sempre qualcosa dai miei errori. Ecco perché ne faccio a bizzeffe e sempre di nuovi.
Esiste gente che non ha mai aperto un libro nella proprio vita, ma riesce bene nel leggere le vite altrui.
… e se pensassimo a come le nostre vite passino in simultanea ad altre vite, non dovremmo forse stupirci della nostra incapacità a trattenere quelle vite, anche per un solo istante, tanto da poterne assaporare per un momento il vissuto e non dover più fantasticare sulla vita vissuta dagli altri?
In ogni tempo cercai di essere presente a me stesso, per poter essere padrone del tempo stesso.
Che triste è la vita di chi vive con i minuti contati, ben diversa è quella in cui ci si abbandona in infiniti attimi, all’interno c’è tutta l’eternità.
Non vi è cosa al mondo più rumorosa del silenzio dei giusti: nel loro tacere vive l’umiltà di un’idea che si fa grande nell’azione di un gesto, nascosto agli occhi dei tanti, ma dirompente nel bene dei molti.
L’Universo è immenso, forse infinito, è non c’è nulla di saggio nel cercare in esso cose piccole. Meglio cercare qualcosa di grande nel nostro piccolo mondo.
Non bisogna mai lamentarsi se nella vita ci vengono inferte profonde ferite da chi consideravamo persone affidabili, l’errore più grande che possiamo commettere è quello di abbattere le statue, ma di rimanere intatti i piedistalli.
Ogni qual volta ci sentiamo indignati per le cose che non ci piacciono, ci dovrebbe essere qualcuno che ci ricordi le volte in cui abbiamo messo da parte la morale, degradandola in nome di una più alta convenienza. Non c’è nulla da fare e seppure crediate di essere i portatori di una verità suprema, sappiate che ci si può sentire “nel giusto” anche quando si è spinti dalle più viscide intenzioni, il molare ci duole, solo quando il marcio ha già intaccato le radici.