Blaise Pascal – Vita
Tra noi da una parte e l’inferno o il cielo dall’altra non c’è di mezzo che la vita, la più fragile cosa che sia al mondo.
Tra noi da una parte e l’inferno o il cielo dall’altra non c’è di mezzo che la vita, la più fragile cosa che sia al mondo.
È una cosa orribile il sentir scorrer via tutto ciò che fa parte di noi.
Poichè, insomma, che cos’è l’uomo nella natura?Un nulla in confronto all’infinito, un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo tra nulla e tutto. Infinitamente lontano dal poter comprendere gli estremi, la fine delle cose e il loro principio sono invincibilmente legati in un segreto impenetrabile per lui, che è ugualmente incapace di scorgere il nulla da cui egli è tratto e l’infinito da cui è inghiottito.
Quale chimera è, dunque, l’uomo?Quale novità, quale mostro, quale caos, quale soggetto di contraddizione, quale prodigio… Chi sbroglierà questo garbuglio?
I limiti della mentalità.”Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell’avvenire.Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne lume al fine di predisporre l’avvenire.Il presente non è mai il nostro fine: il passato o il presente sono i nostri mezzi; solo l’avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali”.
La natura imita se stessa. Un seme gettato in una buona mente porta dei buoni frutti; anche un principio gettato in una buona mente porta dei buoni frutti. Tutto è creato e condotto dallo stesso Maestro, la radice, il ramo, i frutti, i principi, le conseguenze.
Non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose.
Felice vita quella che si inizia con l’amore e termina con l’ambizione. Fin che c’è in noi qualche ardore, possiamo essere amati. Poi questo fuoco si spegne: allora come è bello e grande il posto per l’ambizione.
Ma è probabile che la probalibità assicuri? Differenza fra tranquillità di coscienza e sicurezza di coscienza. Nulla può dare la sicurezza tranne la verità; nulla dà la tranquillità tranne la ricerca sincera della verità.
Eloquenza: occorre del gradevole e del reale; ma bisogna che questo gradevole sia anch’esso preso dal vero.
La natura ha messo tutte le sue verità ciascuna in se stessa; la nostra arte le racchiude le une nelle altre, ma ciò non è naturale: ognuna occupa il suo posto.
Tutte le nostre miserie derivano per lo più dal fatto che non siamo capaci di restare seduti tranquillamente soli in una stanza.
Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore.
Tre gradi di latitudine capovolgono tutta la giurisprudenza, un meridiano decide della verità. In pochi anni di dominio le leggi fondamentali cambiano, il diritto ha le sue epoche, l’entrata di Saturno nel Leone segna l’origine del tale crimine. Ridicola giustizia, delimitata da un fiume! Verità al di qua dei Pirenei, errore al di là.
Il pensiero costituisce la grandezza dell’uomo.
Io posso benissimo concepire un uomo senza mani, senza piedi, senza testa (perchè è solo l’esperienza che ci insegna che la testa è più necessaria che i piedi). Ma non posso concepire l’uomo senza pensiero: sarebbe una pietra o un bruto.
É di uomo superstizioso il mettere la propria speranza nell’ossequio alle forme esteriori; ma è di uomo superbo il non volersi sottomettere ad esse.