Chiara Micellone – Filosofia
Arriva un punto in cui non si ha più interesse a capire se stessi, figuriamoci gli altri.
Arriva un punto in cui non si ha più interesse a capire se stessi, figuriamoci gli altri.
Ho imparato che la diversità è qualcosa di cui non aver paura, perché il diverso arricchisce, perché il diverso è il mondo stesso. Avere paura di qualcosa che è non è come noi, è in un certo senso aver paura di vivere in mezzo alle persone, di confrontarsi, di imparare. È aver paura di essere uomini in quanto tali.
Capita a vent’anni di voler spaccare il mondo. E capita sempre a vent’anni di sentirsi un giorno molto, molto, molto inermi. Si capisce che anche per crescere bisogna pagare la vita con le proprie lacrime, lacrime diverse da quelle dei bambini, ma non meno cariche di fragilità, di quella paura che anche i grandi hanno. E un giorno forse si avrà la fortuna di riderne, come anche i grandi, e non solo i bambini, sanno fare.
Un bambino ha la capacità di donarti una ragione per sorridere, anche quando il mondo non te ne da neanche una.
Crescere non è solo trovarsi un lavoro, costruire una famiglia, passare gli esami universitari, essere indipendenti economicamente o avere talento. Crescere è anche e soprattutto interiorizzare dei valori: il rispetto verso se stessi e gli altri, equilibrare il proprio orgoglio ammettendo i propri sbagli, capire quando è il momento di non mollare, e rassegnarsi all’evidenza di un fallimento. Ci sono tanti bambini nel mondo, che, ahimè, non ne hanno più l’aspetto: sono padri, madri, insegnanti, ingegneri, avvocati, artisti; persone spesso ammirevoli sotto molteplici aspetti, ma povere di umiltà interiore, qualità essenziale per essere considerati uomini e donne.
Se mai un domani doveste lamentarvi delle scelte che fanno i ragazzi ricordatevi che voi non siete stati in grado di guidarli ieri.
È chi cresce troppo in fretta a tornar bambino nel momento meno opportuno.
Qui dentro me c’è il sole adesso, mi serve per le giornate nere, mi serve per illuminare le persone della mia vita.
Negli anni si impara che non c’è felicità, non c’è vittoria senza coerenza.
Aprendo la porta della felicità alle persone capita poi di prendersela in faccia.
Oggi fra gente che brinda alla sua laurea, al proprio matrimonio, alla nascita del proprio figlio, io brindo alla mia rinascita.
Con le idee altrui andiamo dove vanno gli altri, con le nostre raggiungiamo i nostri obiettivi e di conseguenza la nostra felicità.
La gente cerca di farti sentire in colpa soprattutto quando sei felice.
Non puoi essere felice se non sai quello che vuoi.
La libertà, intesa come indipendenza emotiva, è quella che, accompagnata a una certa dose di follia, ci conduce verso la felicità.
Hai mai provato a giocare con i tuoi stessi sentimenti? A perderti nei meandri del tuo cuore? A sfidare la natura del destino?
Non mi piacciono le occasioni, amo molto di più il caso. Sono dell’idea che sia l’unica cosa vera della vita: preferisco rimanere senza fiori, piuttosto che averne uno di plastica. Forse è da perdenti, senz’altro non da furbi, ma preferisco non essere capita piuttosto che studiare tanto la vita e i movimenti da compiere.