Chiara Micellone – Tristezza
Ci sono sfoghi per i quali possiamo consolarci solo da soli, peraltro in modo pessimo.
Ci sono sfoghi per i quali possiamo consolarci solo da soli, peraltro in modo pessimo.
Per quanto tu possa vivere bene, ci sarà sempre un momento in cui ti vestirai di un po’ di malinconia, anche solo per spezzare la routine, anche solo per capire quanta strada hai già percorso.
Il vuoto che lasciano le persone è direttamente proporzionale allo spazio che avevamo riservato per loro nel cuore. Certe volte lo spazio è talmente grande che il cuore cessa di battere, se non addirittura di esserci.
Il dolore di un amico o di una persona cara è anche nostro. E proprio come quando i problemi ci crollano sulla testa, restare è una grande prova di coraggio e di amore.
Soffriamo tanto per amicizie e amori andati in fumo, per poi un giorno stupirci di averli dimenticati, accorgendoci per caso del fatto che esistano ancora.
Che il rancore renda forti è una facile illusione, un pretesto per anestetizzare il dolore di una delusione.
Le persone che comprendono, non sempre sono in grado di consolare, perché hanno già provato lo stesso dolore, sanno quanto risulterebbero banali e inutili le parole colme di commiserazione. Si limitano a stare zitti, a stringerti una mano, ad accoglierti con un abbraccio. A volte restano immobili, schiacciati dalle emozioni.
Il futuro, l’uomo più complicato della mia vita: un’incognita che si risolverà solo con lo scorrere del tempo.
A volte la gente canta vittoria, non accorgendosi che tu l’hai già cantata da un pezzo.
La contraddizione interiore da spesso alla luce un’idea divina.
I ladri di idee mi fanno pena, perché un uomo senza creatività è un uomo morto.
Non basta avere una marcia in più, bisogna saperla ingranare.
Sono state tante le persone che ho conosciuto, ma poche che sapessero cosa fosse la libertà. Ci sono infiniti modi per sentirsi liberi, ma la libertà assoluta è quella che sta nella testa. I confini mentali non rendono liberi. Il più grosso errore che una persona possa fare è circondare il proprio cervello con dei recinti.
L’equilibrio è un po’ come l’amore: ci vuole feeling tra le emozioni.
Capita a vent’anni di voler spaccare il mondo. E capita sempre a vent’anni di sentirsi un giorno molto, molto, molto inermi. Si capisce che anche per crescere bisogna pagare la vita con le proprie lacrime, lacrime diverse da quelle dei bambini, ma non meno cariche di fragilità, di quella paura che anche i grandi hanno. E un giorno forse si avrà la fortuna di riderne, come anche i grandi, e non solo i bambini, sanno fare.
Ci si può ingenuamente illudere di qualcosa di possibile, oppure ci si può follemente illudere di qualcosa di impossibile.
Ti amerai quando invece di invidiare il bel giardino del tuo vicino proverai a migliorare il tuo; imparerai a conoscere te stesso quando invece di criticare le rose appassite degli altri scorgerai piccoli parassiti sulle tue.