Daniele De Patre – Paradiso & Inferno
Non limitiamoci a guardare il buio della vita terrena; andiamo oltre, laddove c’è la luce della vita eterna.
Non limitiamoci a guardare il buio della vita terrena; andiamo oltre, laddove c’è la luce della vita eterna.
Ci saranno tempeste, uragani, terremoti. Vacilleremo, tremeremo, ci scoraggeremo. Alla fine però, all’orizzonte spunterà il sole, e chi vorrà potrà goderne illimitatamente. L’importante è arrivare puntuali all’appuntamento. L’alba ci attende.
Io non so se ho fatto del bene: spero solo di farne oggi. Io non so se sono un buon padre e un bravo marito: spero solo che lascerò nei miei cari un bel ricordo. Io non so quanti errori ho commesso: spero solo di commetterne meno. Io non so quante persone mi hanno disprezzato: spero solo che qualcuno mi abbia apprezzato. Io non so se andrò in Paradiso: spero tanto di evitare l’Inferno.
Quando non ci sarò più, quasi certamente mi spetterà l’Inferno. Però, il Superiore non potrà rinfacciarmi di non aver provato a fare nulla. Su questo ci discuterei.
Non sono destinato al Paradiso, ma spero vivamente di non incontrare chi andrà all’Inferno. Paura!
Per ora tanto buio. Oltre, un’immensa luce.
Siamo all’inizio della fine. Spero tanto che il Superiore faccia presto.
La morte? L’inizio di tutto. Meglio prepararci.
Siamo così terrorizzati dall’incertezza sul futuro, che il pensiero della morte ci fa sempre meno paura.
Cos’è la morte terrena in confronto alla vita eterna? Il nulla!
Non c’è cosa peggiore che passare a miglior vita senza aver lasciato qualcosa di concreto. Quindi: miglior vita?
Si dice che: le vie del Signore sono infinite…Però noi stiamo facendo di tutto per esaurirle,e ci stiamo pure riuscendo!
Si dice che “tante volte è meglio chiudere gli occhi”. Io non ci riesco; però, quando morirò, lo farò. Promesso.
Posso ben poco. Davanti a me c’è un libro bianco: io sono la penna, ma la mano è di Colui che può scrivere tutto. Mi lascio guidare come Lui meglio crede: è l’unico modo affinché al termine del libro esca una bella opera.
La vita è come un libro. Inizi sfogliando una pagina, non sapendo cosa ti aspetta in quella successiva. Man mano vai avanti, ma non sai come finirà. L’importante è arrivare al termine del libro, e rileggere col pensiero ciò che si è lasciato dietro. A quel punto, non dovrai fare più nulla: il libro si chiuderà da sé.
Il primo maggio sarà la festa dei lavoratori, quindi nessuno festeggerà?
La situazione Italia la paragono alla Costa Concordia. La nave è la nazione: fa acqua da tutte le parti. Il comandante è chi governa il paese: danni a non finire (come i predecessori). I passeggeri siamo noi italiani: tutti in acqua. Però, al contrario dei poveri sfortunati e incolpevoli della sciagura dell’Isola del Giglio, noi qualche responsabilità l’abbiamo. Immagino la scena in cui siamo tutti in acqua ed ognuno pensa a salvare se stesso: a tutti i costi, anche se questo comporta il sacrificio dell’altro. Poveri noi… si salvi chi può!