Daniele De Patre – Vita
Il tempo è prezioso. Non voglio più perdere tempo con chi pensa solo al proprio tempo. Come si dice: tempo al tempo.
Il tempo è prezioso. Non voglio più perdere tempo con chi pensa solo al proprio tempo. Come si dice: tempo al tempo.
Prima tornavo indietro: povero illuso. Adesso non più; andrò dritto per la mia strada, con l’obiettivo ben fisso davanti a me. Semmai dovessi ascoltare una voce che mi chiama, allora e soltanto allora mi volterò. Se starà seguendo i miei passi l’attenderò, altrimenti amen.
Vogliamo che Tu intervenga quando lo decidiamo noi. Vogliamo che Tu faccia quello che diciamo noi. Vogliamo che Tu risponda quando lo chiediamo noi. Vogliamo che Tu sia a nostra disposizione, ma solo quando ci fa comodo. Tu ci sei sempre, Tu rispondi sempre; il problema siamo noi che sbagliamo i modi e i tempi. Con Te le risposte arrivano sicuramente: a tempo debito, certamente.
A parlare siamo tutti bravi, a comunicare riescono in pochi. Quanto mi piacerebbe.
Della nostra vita non abbiamo grande controllo, forse per un dieci o venti per cento. Quindi, quel poco di cui disponiamo, non affidiamolo agli altri.
La vita mi ha “chiesto” qualcosa: non è nulla in confronto al “tutto” avuto da Dio.
Ognuno di noi pensa di saperne più dell’altro, ognuno di noi crede di operare meglio dell’altro. Evitiamo questi “sforzi”, c’è qualcuno che già sa tutto!
Che tu abbia bisogno d’aiuto, che tu sia in grado di dare aiuto, tendi la mano. Dall’altra parte forse si farà lo stesso. Due mani diverse ma unite per lo stesso scopo: stupendo! Per un motivo o l’altro ricordati, tendi la mano.
Siamo solo di passaggio. Eppure, anche in quel poco, facciamo male.
Il vento si placò, e “rumore” fu.
Penso a coloro che nonostante abbiano tanto dalla vita non danno alla vita. Penso a coloro che soffrono senza meritarlo e non ricevono da chi potrebbe “dare”. Penso a coloro che vivono per fare del male quando potrebbero “almeno” non fare nulla. Penso a chi crede di essere onnipotente: di Onnipotente ce n’è uno solo… Lui si che può tutto. Penso a coloro che non credono nell’aldilà; per questo temo che in Paradiso ci sarà poco “traffico”. Penso.
Gli hanno pestato i piedi una prima volta, avrà pensato: disattenzione. Gli hanno pestato i piedi per la seconda volta, ha sussurrato: può succedere. È successo una terza volta, ha esclamato: c’è qualcosa di strano. Quindi, quattro, cinque, sei volte. Ora non va più bene! Sono usciti i lividi, il dolore non è poco. Adesso direi che sono un tantino “incazzato”!
Quando permettiamo agli altri di decidere per noi, ci facciamo del male. Per quel poco che possiamo, riappropriamoci della nostra vita: in fondo è nostra!
Tra un anno chissà se ci sarò, tra un mese non so, tra un giorno forse, oggi ho buone probabilità. Adesso, solo adesso ho la certezza. Meglio pensarci.
E poi c’è quel’incontro avuto per caso (che per caso mai lo è), che fa riflettere e dire: Dio mio, qualcuno mi capisce. Alleluia!
Potremo pensare di fare 10 chilometri, potremo dire che faremo 100 chilometri, potremo fare 1.000 chilometri, ma se non ci mettiamo il cuore non riusciremo a muovere un solo “passo”.
Davide ha vinto Golia, Daniele è uscito indenne dalla fossa dei leoni. Ho intrapreso una lotta con qualcosa e qualcuno più grande di me. Le prepotenze non le tollero, più sono grosse e più mi “fortifico”. La lotta è dura, spero al termine di poter dire come San Paolo: “ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.”