Francesco Nitti – Vita
Ottimismo e pessimismo, bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Rido al solo sentire queste improbabili visioni della vita. Ella non è né malvagia né benevola. Ella è solo indifferente.
Ottimismo e pessimismo, bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Rido al solo sentire queste improbabili visioni della vita. Ella non è né malvagia né benevola. Ella è solo indifferente.
Solo respirando si può capire quanto sia inquinata l’aria che ci circonda.
Ho guardato me stesso, ho guardato la mia vita e non ho visto alcunché. Non ho mai scelto il nichilismo. Il nichilismo ha scelto me.
Se ci si ferma troppo, nella vita, si corre il rischio di rendersi conto di quanto essa sia priva di significato.
Quando si resta in silenzio per troppo tempo, il mondo diventa sfondo e la sua voce solo brusio. E noi, gli unici protagonisti.
La più grande opera di un artista è e sempre sarà una sola: la sua vita.
Migliaia di grandi uomini hanno affidato al caso le loro decisioni. Perché non dovrei farlo io, che non sono né grande né uomo?
Temo il giorno in cui, ai miei occhi, un oggetto sarà solo un oggetto.
Sempre più spesso, alla fine, ci riduciamo a navigare in questo mondo, cullati dall’ondeggiare dell’inerzia, alla costante ricerca di un motivo per perpetuare l’imbarazzo dello stare al mondo.
Una lampadina non sarà mai luminosa come il sole.
La vita ha dei modi molto crudeli per ricordarci la nostra natura, quando ce ne dimentichiamo.
E se il mondo fosse tutto qui?
La verità è che siamo ridicoli e nel cercare di non esserlo, lo diventiamo sempre di più.
Ci piace pensare di essere bravi in qualcosa; in realtà siamo mediocri in tutto.Ci piace pensare di essere sinceri con il Mondo e con noi stessi; in realtà siamo ipocriti.Ci piace pensare di essere altruisti; in realtà è solo egoismo mascherato.Ci piace pensare di essere figli del cielo.In realtà siamo nati nel fango.
L’eterna ricerca della compagnia in grado di distrarci da ciò che siamo e da ciò che è il Mondo e la sua lotta per la vita. Per questo si resta con gli altri anche quando non si ha più nulla di interessante da dire, come se ci fosse mai stato qualcosa di realmente interessante da dire. Per abitudine. Per quell’atavico desiderio che ci spinge a tenerci compagnia, a parlare di sciocchezze, a ripeterci l’un l’altro che non c’è nulla oltre l’attimo.
Sento e leggo di centinaia di persone che chiedono scusa a qualcuno, a loro stesse e al mondo intero. Ma scusa di cosa? Scusarsi dei propri sbagli è come chiedere scusa per aver respirato. E non perdonare qualcuno significa ignorare la mediocrità della natura umana. Se non si è in grado di perdonare, non resta che eclissarsi dalla vita e vivere solo per se stessi. Ma guai a coloro i quali continuano a vivere nel mondo e a chiedere scusa per essere dei mediocri, consapevoli o inconsapevoli che prima o poi rifaranno il medesimo errore. Cancelliamo la parola “scusa” dal vocabolario. Io non mi scuserò mai di essere quello che sono: un mediocre, ipocrita ed egoista essere umano.
“Chi si Ioda si imbroda” dice il detto; ma in una società in cui ognuno pensa a se stesso, chi mai loderebbe il prossimo? Forse conviene fare da soli o rischiamo di aspettare in eterno.