Giuseppe Catalfamo – Desiderio
Se la scienza scoprisse una pillola che facesse cambiare il “gusto”, in quel che rimane vorrei diventar madre.
Se la scienza scoprisse una pillola che facesse cambiare il “gusto”, in quel che rimane vorrei diventar madre.
C’è un mondo di fantasie che accompagna la vita.C’è una donna di città, turista d’un paradiso esotico,sogna una notte d’amore con uno sconosciuto Saladino,fra lenzuola di raso rosso ed incensi.C’è un quarantenne seduto fra luci e pali,come fosse in un negozio di giocattoli sorseggia un rum,adolescente fra seni e glutei anonimi vede la fiaba dell’amore.C’è una ragazzina, il suo mondo spesso è virtuale,vuol esser lasciva fra quattro forti mani.C’è il giovane sposo, il suo mondo è il comando,curioso, diventa amante dell’omertà della diversità.La vecchia coppia, percorsi diversi, s’incrocia nello stesso angolo,pigri, sorridono alla tranquillità della sicurezza del passato.Innumerevoli le fantasie.La vitale rimane vedere le pupille che s’ingrandisconomentre mirano la tua bocca,cucinare per te, parlare e ritrovarsi a far l’amore…fino al sorgere del sole per avere ancora fame.
Ardiresti passare dalla dama agli scacchi!?Vorresti passare dal vedere un film al cinema alla prima della Scala!?Agogneresti abrogare il ballo della mattonella a beneficio del rock&roll acrobatico!?Allora molla un paio d’ore quella mummia di tuo marito e citofonami, interno 6, quando vuoi.
Anni, lustri, di ricerca per trovare la lampada dei desideri,ma alla prima strofinata una voce dal nulla,-Ala dì no-.
Riprendermi la vitaal galoppo.Renderla feliceè la necessaria biada.
Desiderare la “Grande Amicizia” è un anta.Desiderare il “Grande Amore” l’altra anta.Il “Grande Portone” della solitudine.
Non è possibile gustare la dolcezza del miele senza aver assaporato il disgusto del fiele.
“Il tempo delle mele” è passato, si potrebbe affermare con un po’ di malinconia satirica che ci sono rimasti i torsoli.Trovo però che ci sono innumerevoli torsoli che sono morbidi e dolci da assaporare e mordicchiare per ore ed ore… l’importante è non passare alle prugne!
Tollerante con le mie scelte nella vita, scruto, guardo, osservo, miro, ammicco, con fatica obiettiva discerno… ma solo briciole dietro me.
Vorrei incontrarti, ma nascondendo il mio rassegnato pianto certamente fuggirei.
Hai mai sentito dire a chiunque “io non sono sensibile”? Hai mai sentito dire ad un imbecille “io sono imbecille”?
Essere sempre se stessi dite. Ho 46 anni ma sento spesso d’averne 75 e altrettanto di frequente 17… ballo sul cubo in discoteca e consumo fazzoletti guardando “L’attimo fuggente”, non schiaccerei mai una formica ma faccio sanguinare a pugni mio zio perché ha truffato mia madre, non ho mai tradito un amore ma nella condizione di single frequento anche locali scambisti… Sono io schizofrenico o “essere se stessi” è un po’ come dire “non ci sono più le mezze stagioni”?
Pensieri Parole, un’oasi dove l’imbecillità non ha le chiavi.
Non ho paura d’aver paura, essa è l’istinto d’un cervello pensante, ho paura della giustizia, nel suo nome si emettono sentenze omicide.
Non è triste chi vende il proprio corpo, è vile chi lo affitta.
Ironia è la mia musa, ma con rispetto e serietà.
Una cosa troppo bella, a volte, è finta.