Indro Montanelli – Vita
Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l’urlo non si può fare che urlando.
Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l’urlo non si può fare che urlando.
La vita è come il pane: col trascorrere del tempo diventa più dura, ma quanto meno ne resta tanto più la si apprezza.
Sulle donne s’è detto di tutto, anche troppo. Eppure un manuale appena pubblicato suggerisce un approccio diverso, come si evince fin troppo bene dal titolo: “Della donna non si butta via niente. Con 21 ricette per cucinarla”. Un’idea originale, non v’è dubbio. Peccato che il problema, con le donne, non sia cucinarle. Ma digerirle.
Lei ha semplicemente scoperto una delle eterne regole italiane: nel settore pubblico tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la correttezza sospetta.
Come sempre avviene in simili crisi, quando una comunità perde il senso della propria missione e il controllo del proprio destino, gli egoismi d’individuo e di gruppo si scatenarono. Il vocabolario di Atene si arricchì di tre nuove parole: pleonexia, che significa smania del superfluo; crematistike, che vuol dire febbre dell’oro; e neoplutoi, che corrisponde al nostro “pescicani”.
Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.
Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
Povera Democrazia Cristiana. In tutti questi anni ha fatto l’impossibile per dimostrarci che gli unici amministratori seri, rigorosi, parsimoniosi, sono i comunisti. Ed è riuscita ad avere torto anche in questo.
Lo Stato dà un posto. L’impresa privata dà un lavoro.
Una delle eterne regole italiane: nel settore pubblico, tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la correttezza, sospetta. Per questo, le persone capaci continueranno a tenersi a distanza di sicurezza dalla “cosa pubblica”, lasciando il posto ai furbastri (magari bravi) e alle mezze cartucce (magari oneste).
Esiste una borghesia codarda che pretende di appaltare alle Forze dell’Ordine il compito di farsi sputacchiare, pestare e ammazzare per tenere a riparo se stessa. E non vuole, la borghesia, nemmeno pagargli uno stipendio decente.
Più che comandare io preferisco disobbedire.
È pericoloso porre in modo sbagliato questioni sostanzialmente giuste.
Il sapere e la ragione parlano, l’ignoranza e il torto urlano.
Solo i fanatici e le mummie non ondeggiano mai.
Il bello dei politologi è che, quando rispondono, uno non capisce più cosa gli aveva domandato.
I nostri uomini politici non fanno che chiederci a ogni scadenza di legislatura “un atto di fiducia”. Ma qui la fiducia non basta: ci vuole l’atto di fede.