Italo Calvino – Comportamento
A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
Noi a volte non vogliamo renderci conto di una realtà per non dover riconoscere di esserci sbagliati.
Capì questo: che le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone (mentre vivendo per proprio conto capita più spesso il contrario, di vedere l’altra faccia della gente, quella per cui bisogna tener sempre la mano alla guardia della spada).
Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori.
Non aveva ancora capito qual era stato il suo errore, non era riuscito ancora a pensarci, forse preferiva non pensarci affatto, non capirlo, per proclamare meglio la sua innocenza.
O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.
Queste spugne di Bordò e di vanterie, di progetti che volano al passato senza che siano mai stati al presente, di leggende che dopo esser state attribuite un po’ all’uno un po’ all’altro finiscono sempre per trovare il protagonista che fa per loro.
E lentamente, senza gualcire le lenzuola, entrò armato di tutto punto e si stese composto come in un sepolcro.
Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria.
Se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
Lui conobbe lei e se stesso,perché in verità non s’era mai saputo.E lei conobbe lui e se stessa,perché pur essendosi saputa sempre,mai s’era potuta riconoscere così.
Gridò, se si può dir che gridi chi parla senza emetter quasi suono ma con tutta la sua forza.
Nulla piace agli uomini quanto avere dei nemici e vedere se sono proprio come ci s’immagina.
Era allora nella prima giovinezza: l’età in cui i sentimenti stanno tutti in uno slancio confuso, non distinti ancora in male e in bene; l’età in cui ogni nuova esperienza, anche macabra e inumana, è tutta trepida e calda d’amore per la vita.
L’amore come la golosità, sono piaceri di grande soddisfazione.
Così sempre corre il giovane verso la donna: ma è davvero amore per lei a spingerlo? O non è amore soprattutto di sé, ricerca d’una certezza d’esserci che solo la donna gli può dare?
Quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari. Ecco, questo modo d’essere è l’amore.