Marguerite Yourcenar – Società
Bisogna aver vissuto in una piccola città per sapere come i congegni della società vi giochino allo scoperto e fino a che punto i drammi e le farse della vita pubblica e privata vi siano messi a nudi.
Bisogna aver vissuto in una piccola città per sapere come i congegni della società vi giochino allo scoperto e fino a che punto i drammi e le farse della vita pubblica e privata vi siano messi a nudi.
Aver ragione troppo presto equivale ad avere torto.
Apparteneva a quella categoria di spiriti rarissimi, i quali, benché profondi conoscitori di una dottrina, in grado di vederla, per così dire dal di dentro, da un punto di vista inaccessibile ai profani, tuttavia conservano il senso della relatività del suo valore nell’ordine delle cose, la misurano in termini umani.
La riflessione profonda, se espressa, cade facilmente nel luogo comune.
Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.
Il colore è l’espressione di una virtù nascosta.
Qui sta l’immensa differenza tra la magia e la religione: la magia vuole costringere, la vera religione conta invece sul fervore e l’amore.
Dio non è morto, ciò che muore sono le forme sempre limitate che l’uomo dà a Dio.
Quei cattolici osservanti non si chiedevano se il lusso delle chiese non insultasse la miseria de poveri.
Le nostre vecchie religioni, che non impongono all’uomo il gioco di alcun dogma, si prestano a interpretazioni tanto varie quanto la natura stessa, e lasciano che i cuori austeri si foggino, se lo vogliono, una morale più alta, senza costringere le masse a precetti troppo rigidi per evitare che ne scaturiscano subito costriuzione e ipocrisia.
Di fronte agli eccessi compiuti in altri tempi dal partito a cui si tiene, la tecnica molto semplice consiste da una parte nel denigrare le vittime, dall’altra nel dichiarare che le condanne erano necessarie per garantire l’ordine.
I poeti più ermetici e oscuri costringono il pensiero alla ginnastica più ardua.
E tu te ne vai? Tu te ne vai… no, tu non te ne vai: io ti trattengo… mi lasci nelle mani la tua anima come un mantello.
L’orrore risiede non tanto in quel che viene mostrato ma in quel che si nasconde.
La libertà basta volerla.
L’antipatia è come un’amicizia a rovescio.
La musica mi trasporta in un mondo in cui il dolore non smette di esistere, ma si allarga, si placa, diventa insieme più calmo e più profondo, come un torrente che si trasforma in lago.