Michelangelo Da Pisa – Libri
Non sono uno scrittore, non sono un aforista, non sono un poeta. Sono carne che scrive, pelle che racconta, anima che rivela.
Non sono uno scrittore, non sono un aforista, non sono un poeta. Sono carne che scrive, pelle che racconta, anima che rivela.
Se scrivi dopando le parole, colorandole di tinte appariscenti, coprendole di rumori assordanti, avrai gli occhi di tanti come punto di arrivo. Se scrivi pensando a chi leggerà, ricorda che su quel foglio non ci sarai tu, ma l’ombra del tuo io. Scrivere, fallo per te stesso, come se nessuno dovesse mai leggere le tue paure, le tue miserie, denudati su quel foglio, vomitaci sopra i tuoi pensieri, ma fa che siano crudi e non correggerti, non farlo mai, non cancellare nulla, non rileggerti. Ecco, quello sarai tu, forse, sporco, forse semplice e a tratti banale, ma sei tu e viaggerai oltre.
Seguire con l’indice emozioni nere su sfondo bianco panna, avere la sensazione di una ruvida meraviglia sotto i polpastrelli, un viaggio tattile. L’incerta curiosità nel voltare pagina. Anche questo è un libro.
Scrivere mi ha reso ricchissimo, senza soldi, ma ricchissimo.
Nei canili e nelle librerie ho la certezza di trovare degli ottimi compagni di viaggio.
Leggere è vaccinarsi contro la quotidianità.
Arriva il triste momento quando non c’è più spazio nella libreria e inizi a scrutarli uno per uno, valutando quale libro togliere per riporlo nel buio di qualche scatolone da dimenticare in garage. E loro ti guardano, con quello sguardo che implora pietà, quasi a volerti dire: “e se ci stringessimo un po’?”
Si legge per viaggiare stando fermi, un’avventura a chilometri zero.
Come libri al vento, sfogliati con noncuranza dal mondo, ingialliti e ricamati dal tempo, pagine intrise d’incanto, in attesa del lettore attento.
Scrivere non è un mezzo per raggiungere un fine, è esso stesso il fine.
Un libro lasciato a metà è un’amicizia tradita.
Incastrare la complessità di un concetto nella semplicità delle parole? Non è forse questo il vero prodigio dello scrittore?
Scrivendo si fa rumore nella solitudine di un foglio bianco, si celano intimi segreti tra le virgole di un animo stanco.
Scrivere è semplice. Basta sedersi dinanzi al mare e ascoltare ciò che il mondo ha da dire, io sono mero esecutore di un dettato emozionale.
Certe penne scrivono, altre sanguinano. Sono quest’ultime che trasudano i mali del mondo, che ricuciono ferite mai rimarginate dal tempo.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Scrivere, ne vale sempre la penna.