Michelangelo Da Pisa – Libri
Quando non comprendono ciò che scrivo, ho certezza di quel che provo.
Quando non comprendono ciò che scrivo, ho certezza di quel che provo.
I milioni di pensieri intrappolati nella penna, unti d’inchiostro, ondeggianti nell’illusione d’abitare un foglio, avidi di vita, prendono forma tra le dita.
Ogni parola porta in grembo il peso della sensibilità di chi l’ascolta.
L’italiano è una lingua eccessivamente complessa per gli italiani.
L’italiano è una lingua straordinariamente complessa, armoniosa, musicale, che profuma di caffè, storia, arte. È un vero peccato che sia poco diffusa nel mondo, specialmente in Italia.
Strano popolo quello italiano, piange ipocrisia per la morte di chi aveva incivilmente ignorato in vita.
Il popolino è deluso quando l’assassino parla la stessa lingua, ha il medesimo colore di pelle, professa lo stesso credo religioso. Ha meno ignoranza da gettare sul fuoco del razzismo.
La Costituzione italiana è l’opera meglio riuscita dei fratelli Grimm.
C’è una diavoleria tecnologica che consente di comunicare con dispositivi tra loro compatibili, gratuita, esclusiva, immediata, la cui batteria può durare anche novanta anni, disponibile in differenti forme e colori. Mi pare si chiami sguardo.
Tra le tante guerre, quella contro me stesso è l’unica senza vincitori né vinti. Unica vittima, la mia volontà, unico disperso, il mio divenire, unica ferita, la mia speranza, unica sopravvissuta, la mia dignità.
Restai qualche frazione di eternità con gli occhi spalancati. Dio, quel tramonto nello Ionio che manie di protagonismo che aveva, un’aura color arancio avvolgeva i miei cinque sensi, rendendomi immune alla realtà. Sembrava che il sole volesse dirmi: “Ehi tu, prova a non guardarmi se ci riesci”.
Noi siamo la specie evoluta. Eppure non ho mai visto un caimano inquinare un fiume, mai sentito di un gabbiano che abbia sparso fumi di morte nel cielo, mai osservato un ornitorinco uccidere suoi simili per futili motivi, mai letto di un orso che abbia immesso CFC nell’aria, mai appurato che un pitone abbia abbattuto foreste. Mai saputo di un animale che volutamente e sistematicamente autodistrugga il proprio habitat. Noi siamo la specie evoluta. Certo.
La gara di egocentrismo tra peschi e mandorli nel fiorire a febbraio, nel dare un tocco di colore a questo grigio che respiro.
Un raggio di sole impiega otto minuti e venti secondi nel percorrere centocinquanta milioni di chilometri per scaldarti la pelle. Almeno un grazie, no?
Il fascino inquieto di un temporale estivo, inatteso, urla maestoso, profuma di rinnovamento.
L’autunno è un impressionista incompreso, intinge di grazia vermiglia i suoi pennelli, dipinge incantevoli paesaggi scarlatti dinanzi a milioni di occhi distratti.
Il pianeta Terra sarebbe perfetto se non fosse per quei sette miliardi di difetti che lo popolano.