Michelangelo Da Pisa – Comportamento
È uno spreco assoluto il fatto che le tue parole inquinino i miei silenzi.
È uno spreco assoluto il fatto che le tue parole inquinino i miei silenzi.
Pensare è la più sadica forma di autolesionismo.
Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari.
Non so come spiegartelo, erano i tuoi occhi che avidamente fagocitavano la mia voce. Divenivo un loquace incapace. Eppure quel silenzio farneticava di noi.
Tutti soffriamo di presbiopia emotiva, di scarsa capacità nel focalizzare l’essenziale a due millimetri dal presente, aguzzando la vista per scorgere oltre l’orizzonte un improbabile futuro.
Non ve ne rendete conto? Ci ingozziamo di superfluo e ricerchiamo disperatamente semplicità.
Certe solitudini sono obese, occorrono moltitudini di mani per issarle. Non aver vergogna di tendere la tua in cerca di altre per rialzarti, non aver remore nel tendere la tua verso altre per aiutare a risollevarsi.
Mi stropiccio gli occhi quando vi entra un po’ di polvere o troppa realtà.
Non ho mai detto a nessuno “mi fido di te”, troppa intimità da spogliare, soprattutto non ho mai voluto mettere coltelli nelle mani di potenziali assassini.
Hai confuso la mia educazione con la debolezza, la mia cortesia con la stupidità, la mia umiltà con l’ignoranza. Ora mi auguro non confonderai il mio ignorarti con una forte miopia.
È privo di logica affermare “io non mi conosco”. Tutti conoscono se stessi, ogni singola piega esistenziale, ogni sfumatura emotiva, ogni goccia caratteriale; pochi semmai si raccontano per quello che sono, perché ne hanno paura. Questo però è un altro discorso.
La vanità rende obeso l’ego e scheletriche le relazioni sociali. Il vanitoso diventa prigioniero di se stesso, avvolto da lusinghe di plastica, fagocitato dal vuoto esistenziale.
Per ogni persona che si lamenta, ce n’è almeno un’altra che nel frattempo le sta fottendo l’oggetto della lamentela.
(Con)dividere è moltiplicare te stesso.
È appurato che io dica molte parolacce, però c’è il concorso di colpa dei rompicoglioni che sistematicamente inciampano nel mio spazio vitale.
– Sai, sono indeciso se darti un bacio o un abbraccio.- Ok, nel dubbio “abbaciami”.
Lei è così, le dai un dito e si prende tutto l’abbraccio.