Nazim Hikmet – Frasi Sagge
Godi di tutti i beni terrestri, del sole, della pioggia e della neve, dell’inverno e dell’estate, del buio e della luce, ma prima di tutto godi dell’uomo.
Godi di tutti i beni terrestri, del sole, della pioggia e della neve, dell’inverno e dell’estate, del buio e della luce, ma prima di tutto godi dell’uomo.
C’è un albero dentro di me trapiantato dal sole le sue foglie oscillano come pesci di fuoco le sue foglie cantano come usignoli.
Mia Rosa, Pupilla dei miei occhi non ho paura di morire, ma morire mi secca… è una questione d’amor proprio.
Living is no laughing matter: you must live with great seriousnesslike a squirrel, for example- I mean without looking for something beyond and above living, I mean living must be your whole occupation. La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio come fa lo scoiattolo, ad esempio, senza aspettarti nulla dal di fuori o nell’al di là. Non avrai altro da fare che vivere.
If half my heart is here, doctor,the other half is in Chinawith the army flowing toward the Yellow River.And, every morning, doctor,every morning at sunrisemy heart is shot in Greece.And every night, doctor, when the prisoners are asleepand the infirmary is deserted,my heart stops at a run-down old house in Istanbul.And then after ten yearsall I have to offer my poor people is this apple in my hand,doctor, one read apple: my heart.And that, doctor, that is the reasonfor this angina pectorisnot nicotine, prison, or arteriosclerosis.I look at the night through the bars,and despite the weight on my chestmy heart still beats with the most distant stars.Se qui c’è la metà del mio cuore, dottore,l’altra metà sta in Cinanella lunga marcia verso il Fiume Giallo.E poi ogni mattina, dottore,ogni mattina all’albail mio cuore lo fucilano in Grecia.E poi, quando i prigionieri cadono nel sonnoquando gli ultimi passi si allontananodall’infermeriail mio cuore se ne va, dottore,se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.E poi sono dieci anni, dottore,che non ho niente in mano da offrire al mio popoloniente altro che una melauna mela rossa, il mio cuore.È per tutto questo, dottore,e non per l’arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione,che ho quest’angina pectoris.Guardo la notte attraverso le sbarree malgrado tutti questi muriche mi pesano sul pettoil mio cuore batte con la stella più lontana.
Il più bello dei mariè quello che non navigammo.Il più bello dei nostri figlinon è ancora cresciuto.I più belli dei nostri giorninon li abbiamo ancora vissuti.E quelloche vorrei dirti di più bellonon te l’ho ancora detto.
Al sole brillanocoi loro lustrinicoi fili d’argento,le piogge son biondi capellidi sposa fanciulla.La tranquillità delle tegole mollimi penetra a poco a poco.
Detesto non solo le celle della prigione, ma anche quelle dell’arte, dove si sta in pochi o da soli, sono per la chiarezza senza ombre del sole allo zenit, che non nasconde nulla del bene e del male. Se la poesia regge a questa gran luce, allora è vera poesia.
Detesto non solo le celle della prigione, ma anche quelle dell’arte, dove si sta in…