Rossella Porro – Verità e Menzogna
Se vuoi che la verità si diffonda in fretta raccontala come fosse una bugia…
Se vuoi che la verità si diffonda in fretta raccontala come fosse una bugia…
Non sono le parole che dico la mia verità, ma la mia vita è la mia verità.
La verità è quella pessima cosa che non amiamo sentirci raccontare soprattutto quando siamo abituati a mentirci allo specchio.
Tutti ti chiedono di essere sincero, ma pochi sono in grado di sopportare la verità, soprattutto quando non somiglia a ciò che vorrebbero sentirsi dire.
Se non mi capisci non perderò tempo a spiegarti, siamo come il giorno e la notte destinati a rincorrerci senza mai incontrarci.
Fuggo gli intolleranti come la peste: il contagio è sempre letale.
Puntuale arrivò la pioggia, buia e cupa, fredda come doccia gelata…l’avevo attesa… sapevo che sarebbe arrivata, immobile me ne stavo con un nodo alla gola che mi strozzava, ma non affogava… perché l’acqua affoga se ci si immerge.
Per una volta, per una sola volta avrei voluto dimenticarmi di tutto così ho lasciato sulla sabbia le mie orme: che le cancelli il mare.
Tutti a consolare le lacrime del coccodrillo ignorando i figli che si è divorato: che tempi!
È tempo di lacrime mio giovane amico,ma han scritto sulla tua tenera temprache nulla è per sempre.Verrà il domani o quello ancorae dell’oggi non rimarrà cheun segno nella bianca carne a ricordarquello che è stato e che poicome tutto è anche passato.
Si muore non una, ma mille volte quando a ferire è la mano che prima stringeva la tua.
Si potesse raccontare di quel niente che alle volte ci assale non basterebbero pagine bianche da poter riempire e forse non avremmo neanche un lettore su cui contare.
Ora mi ci vorrebbero un paio di scarpe, di quelle comode per girare il mondo, di quelle con la suola articolata tanto da restarci appiccicata la terra dei posti attraversati, così di terra in terra, di posto in posto porto con me un pezzo di ciò che è stato.
Cosa si prova ad opporsi con tutte le proprie forze al male che ti assale e restare ugualmente sconfitti? Cosa si prova a sapere già di essere irrimediabilmente destinati alla resa? Cosa si prova a leggere negli occhi degli altri la paura della tua resa e non poter far niente per alleviarla? Cosa si prova a contare i giorni, uno ad uno, come fossero l’ultimo e aspettare la sera senza sapere se mai si rivedrà il mattino? Cosa si prova? Dammi una risposta.
Odio la fretta: abbozza i contorni e sfugge i particolari.
Si può essere come una bottiglia di vino senza etichetta, di cui non si conosce il sapore né il colore allora si deve imparare a sopportare le etichette che altri anche senza aver neppure sentito il profumo del vino saranno soliti appiccicarti.
Siamo fatti di rose e di spine.