Susanna Scarlata – Vita
Nulla avrà mai una fine assoluta. Tra le viscere resterà sempre un coccio di quel rapporto consumato male, anche quando poi male non farà più.
Nulla avrà mai una fine assoluta. Tra le viscere resterà sempre un coccio di quel rapporto consumato male, anche quando poi male non farà più.
Muri di cristallo che con un tonfo tornano cemento.Non esistono certezze, sicurezze infinite.Non esiste una goccia d’acqua asciutta.Tutto cambia forma e dimensione in continuazionee noi ce ne accorgeremo solo alla fine.
E sono frammenti che restano. Si conficcano nella pelle e lentamente nell’anima affondano.
Siamo tutti petali nella grandine. Aggrappati a speranze che non riescono più a resistere.
Quando si è deboli è un attimo crollare. Da tutto torni niente. Distrattamente trasparente.
Chiunque ha delle debolezze, a che serve negarlo. Poi c’è chi con naturalezza le rivela e chi invece preferisce di gran lunga tenersele dentro, apparentemente al sicuro.
Il passato è il più grande maestro della nostra vita. Tra quelle pagine un po’ ingiallite riposano le risposte e i consigli migliori.
E restiamo ad attendere che, tra mille bocche biascicanti, giunga qualcuno in grado di riconsegnare il giusto prezzo alle parole.
Scivolo tra le lancette delle ore che non si fermano mai. Scivolo tra i vissuti stropicciati dal tempo.
Parole, parole che fanno parte di noi e della nostra vita. A volte sono silenziose, a volte cambiano suono e colore. Altre volte possiamo afferrarle quasi come fossero vive talmente sono vere, intense, profonde. Ci trasmettono emozioni, ci avvertono. Emettono come percepiamo e vediamo ogni cosa. Tramandano il profumo di ciò che siamo. E siamo musica, siamo poesia.
E siamo corpi pronti a darsi tutto. Siamo ossessioni. Le più grandi passioni.
Soffiamela in faccia con prepotenza, la verità. Meglio cadere all’istante che barcollare per tempo.
Ce l’abbiamo negli occhi il male provato. Il dolore nascosto. E resta lì incatenato alla ringhiera di un’anima stufa di cattiveria.
Anche se diventi “qualcuno”, senza umiltà resti niente e nessuno.
Amati. Guardati allo specchio e impara ad apprezzarti per quella che sei. Avvolta dalla tua naturale eleganza, da quel fascino che ti appartiene e ti rende miele. Lascia perdere i probabili chiletti di troppo, quei capelli non sempre perfetti, quei movimenti a volte un po’ goffi. Fai di ogni tua diversità una particolarità. Guarda la tua immagine riflessa e scopri la favola nascosta dentro te stessa. Ognuna di noi ha qualcosa di grande ed immenso da dare, da dimostrare. In te, credici almeno tu. Se ti lasci andare rischi di soccombere, là fuori è una giungla pronta a mordere. Ridi ancora che sei bella quando il tuo corpo in breve riesce a tramutarsi in farfalla.
Ho imparato a fregarmene dei pareri di troppo, quelli da parte di chi pensa di sapere tutto. Perché adoro le ore passate insieme a chi neanche sa cosa voglia dire spettegolare, sminuire. Felici con poco, sdraiati tra l’erba alta di un prato fuori città.
Il racconto più vero di noi stessi sta tutto nella mente. I segreti intimi, le pazzie indicibili. Le sofferenze, le mancanze. Sta tutto lì, e ci segue, e cresce sempre un po’ di più. E nessun diario sa raccontarci meglio di ciò che teniamo dentro. Una sensazione si può tentare di rivivere, si può toccare, ma quanta ne perde di bellezza quando si trasforma in lettere da capire.