William Shakespeare – Morte
Chi si accorcia di vent’anni la vita, accorcia di altrettanto la paura della morte.
Chi si accorcia di vent’anni la vita, accorcia di altrettanto la paura della morte.
Chi muore paga tutti i debiti.
Si dice che l’oro corrompa anche i santi.
Più di una bella impiccagione previene un pessimo matrimonio.
Non ammetterò impedimenti al matrimonio di due menti sincere. L’amore non è amore se si altera di fronte a degli ostacoli. Oh no, è un punto fissato per sempre che osserva le tempeste e non ne è mai scosso. È la stella cui si riferisce ogni barca alla deriva.
Non prendere a prestito e non prestare perché un prestito spesso perde se stesso e l’amico.(Polonio da “Amleto”)
La frivola vanità, cormorano insaziabile, non esita a pascersi di se stessa.
Ma io, che non sono fatto per spassi,nè per la corte di specchi amorosi,io, che sono di rozzo conio e senza maestà d’amore per pavoneggiarmicon impudiche ninfe sculettanti,io, che sono amputato d’armonia,frodato di fatezze da Natura,deformato, non finito, speditoprima della mia ora al vivo mondomesso su a malapena per metà,e in modo cos’storpio e fuori tonoche se gli arranco accanto i cani stessi mi abbaiano contro -perdio, io, in mezzo ai pifferi di pacenon ho altro gusto per passare il tempoche spiare la mia ombra sotto il solee cantarmi la mia deformità,E così, non potendo far l’amantein questi giorni di bell’eloquio,io decido di essere malvagioe odiare questi inutili diletti.
Chi non ha mai avuto una ferita, ride di chi ne porta i segni.
Occhi, guardatela un’ultima volta, braccia, stringetela nell’ultimo abbraccio, o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa.
O mio amore, mia sposa! La morte, che ha già succhiato il miele del tuo respiro, nulla ha potuto sulla tua bellezza.
Il pericolo è più nei tuoi occhi che non in venti delle loro spade: se mi guardi con dolcezza, sarò forte contro il loro odio.
Ma se non mi ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio tolga la mia vita, e non che la tardi senza il tuo amore.
Perché essere onesto, in un mondo come quello in cui viviamo, significa esser qualcuno scelto in mezzo a diecimila.
Dubita che di fuoco siano gli astridubita che si muova il soledubita che menzognero sia il veroma non dubitare del mio amoreOh cara Ofelia, sono maldestro a fare versi, non ho l’arte di scandire i miei gemiti, ma che ti ami moltissimo, oh moltissimo, credilo. Addio. Il tuo per sempre, amatissima signora, finché questo corpo gli apparterrà, Amleto.
Se la musica è l’alimento dell’amore, seguitate a suonare, datemene senza risparmio, così che, ormai sazio, il mio appetito se ne ammali, e muoia.
Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro.